Maxi bonus ai direttori Arpav, stop
della Regione: «Non è autorizzato»

Martedì 15 Dicembre 2015 di Giuseppe Pietrobelli
Carlo Emanuele Pepe
Mentre in gran silenzio, una settimana fa, la giunta regionale del Veneto approvava il commissariamento dell’Agenzia regionale del Veneto per la prevenzione e protezione ambientale, la stessa Arpav dava corso a congrue prebende per due direttori di vertice, sotto forma di premi per il risultato ottenuto. In epoca di vacche magre e di riduzione del personale pubblico non poteva passare inosservata la delibera numero 279 dell’Arpav, di cui la Regione Veneto dice di essere stata all’oscuro. Perchè ha assunto le sembianze di un regalo natalizio, una specie di saldo di fine gestione, visto che il 26 dicembre scatterà il commissariamento. E al posto del direttore generale Carlo Emanuele Pepe arriverà il dirigente dell’ambiente del Veneto, Alessandro Benassi.

Una delibera generosa. Non si tratta di bruscolini visto che, come hanno denunciato Cisl-Cgil-Uil della Funzione Pubblica e il sindacato interno della stessa Arpav, al direttore di area tecnica andrebbero 72 mila 82 euro e 27 centesimi, al direttore di area amministrativa 93 mila 398 euro. Piove sul bagnato, verrebbe da dire. Gli stipendi dei direttori sono di per sè ragguardevoli. Il direttore tecnico Paolo Rocca e il direttore amministrativo Giuseppe Olivi hanno uno stipendio lordo annuo di 127 mila euro, 106 mila da stipendio tabellare e circa 21 mila euro quale retribuzione di risultato, previso riconoscimento da parte della Regione Veneto per il conseguimento degli obiettivi.

Inevitabile che i sindacati siano sul piede di guerra. «Tale cospicua indennità, già sospesa ad aprile dalla Regione per effetto delle nostre contestazioni, viene ripristinata come regalo di fine mandato, mentre ai lavoratori del comparto (chi fa la vera tutela del territorio) viene negato un credito maturato e mai liquidato di pari entità, ma da assegnare a circa 200 lavoratori su 800». Più o meno 800 euro ciascuno. Non è solo una rivendicazione economica, è una contestazione radicale della gestione dell’Arpav che, tra l’altro, avrebbe ottenuto «"meravigliosi" risultati come la chiusura di laboratori efficienti, la riduzione delle squadre che intervengono nelle emergenze o la chiusura di sedi periferiche - di cui l’Agenzia poteva disporre a titolo gratuito -, che lasciano senza presidio grandi aree del Veneto».

«La Regione non ha autorizzato nulla. - è il gelido commento dell’assessore regionale all’ambiente, Giampaolo Bottacin - Ho chiesto al dirigente dell’ambiente di approfondire la questione per capire che cosa è successo». Lo stupore è stato grande a Palazzo Balbi anche perchè è già stato deciso di azzerare le cariche di vertice. Il 26 dicembre finisce il mandato di Pepe (stipendio annuo lordo di 148 mila euro, con una retribuzione di risultato pari a 24 mila euro) che fu nominato dal consiglio regionale. La giunta regionale sembra intenzionata a fare le pulci alla gestione Arpav e a riportare l’Agenzia alla sua impostazione originaria di strumento tecnico di tutela dell’ambiente, mentre nel tempo ha assunto funzioni anche di sanità pubblica.

Ma i sindacati non se la prendono solo con i vertici di Arpav. Lanciano anche un avviso alla Regione Veneto. «Perchè si continuano a negare ai lavoratori soldi già stanziati? Maltrattare i propri dipendenti è una nota di merito da spendere nei confronti dei "mandanti" politici di questi amministratori, che tornerà loro utile quando dovranno essere riciclati in altre amministrazioni?».
Ultimo aggiornamento: 08:06

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