Pullman sfiorato da una slavina
Tornano i blackout: in 30mila al buio

Venerdì 31 Gennaio 2014
Bufera di neve nel Bellunese
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Una nottata di passione causa neve, una giornata ancora più difficile per il traffico e le slavine cadute: una a Tarvisio nel pomeriggio ha sfiorato un pullman di linea.

NEL BELLUNESE Un metro e mezzo di neve in tutta la provincia, due metri sui passi: la provincia di Belluno è letteralmente paralizzata dall'abbondante nevicata e fioccano le disdette negli hotel. Alcune strade sono state chiuse, così come la ferrovia fra Ponte nelle Alpi e Calalzo per alberi caduti sulla linea (il collegamento è garantito da autobus che partono da Belluno verso Calalzo).

Intere vallate sono irraggiungibili, Cortina è isolata, mentre un gigantesco blackout ha rimesso al buio il Cadore e l'Agordino: 30mila persone al buio. Non funzionano i distributori, chiuse le fabbriche, compresa la Luxottica, chiuse le scuole, chiusa anche la ferrovia verso Calalzo. Praticamente sospeso il trasporto pubblico via bus. Nel pomeriggio hanno riaperto la statale di Alemagna da Pieve di Cadore a Cortina, ma restano chiusi i passi.

Riaperta anche la statale della val di Zoldo, da Longarone a Pecol, ancora chiuso il passo Staulanza. Ferrovia chiusa fino a domani

La sala operativa della prefettura allestitita alla periferia di Belluno sta cercando di ripristinare il sistema elettrico e dei trasporti al collasso, ma continua a nevicare.

La "bomba" di neve, come annunciato, è arrivata nella notte. Oltre a tutti i passi che collegano con Trentino e Alto Adige è stata chiusa la statale di Alemagna a Tai di Cadore: Cortina e tutta la valle d'Ampezzo sono irraggiungibili. Da Pieve di Cadore si può arrivare in Comelico, ma lì ci si ferma. Del tutto isolata, a causa di una grossa valanga a Soffranco e della chiusura dei passi Duran e Staulanza, anche la valle di Zoldo. Riaperta in mattinata la regionale Agordina, che era stata chiusa a Sedico, ma si può transitare solo con gomme da neve o catene montate. E' scattato l'allarme crolli per il palaghiaccio di Alleghe, sepolto da una montagna di neve.

I tecnici di Terna Rete Italia e Enel sono al lavoro da questa notte anche per risolvere il disservizio sulla rete elettrica. Oltre 70 tecnici di Enel e 50 di Terna Rete Italia hanno operato per tutta la notte e altri 100 tecnici Enel sono in arrivo. Per le situazioni più critiche si stanno attivando gruppi elettrogeni. Enel Distribuzione, è detto in una nota, ha operato in anticipo allertando tutte le unità operative del Triveneto e facendo confluire gruppi elettrogeni e personale sin da ieri.

In questo modo e grazie a controalimentazioni di emergenza sulla rete di media tensione, sono state rialimentate in meno di un'ora quasi completamente le cabine primarie di Forno di Zoldo e Zuel. Nonostante questo, risultano al momento disalimentate la valle del Boite, alcune località nel Feltrino e nell'Agordino per un totale di circa 30.000 clienti. Purtroppo, rilevano Terna ed Enel, l'attività di ripristino è fortemente rallentata dalla difficile praticabilità delle vie di comunicazione e dal rischio valanghe.

Intanto, ad essere state chiuse, con ordinanza dei sindaci, sono state anche molte scuole. Assieme alla neve sono fioccate anche le disdette in parecchi alberghi. Molti hanno preferito non affrontare la bufera.

Scuole chiuse stamane a Cortina, ma anche in altri comuni del bellunese, a causa delle forti nevicate che stanno interessando l'area dolomitica da ieri mattina, mentre nella notte si sono registrati alcuni blackout, pare temporanei, in alcune zone del comelico. I tecnici sono al lavoro per riportare la situazione alla normalità.

Una valanga si è staccata questa mattina dal versante sopra la strada che da Longarone porta in Valle di Zoldo, un chilometro circa dopo l'abitato di Soffranco, investendo la sede stradale per una quindicina di metri, e uno spessore di 4-5 metri, e riversandosi nella vallata del Maé. La superficie è stata bonificata da due unità cinofile della Finanza e le ruspe di Veneto strade e dei vigili del fuoco stanno liberando la strada. Una squadra del Soccorso alpino di Longarone ha risalito il pendio per verificare la possibilità di altri distacchi. Al momento la viabilità non è bloccata e non risultano persone coinvolte.

Sulle Dolomiti il rischio di valanghe è massimo, tanto che l'Agenzia regionale per l'ambiente del Veneto (Arpav) a decretato il "codice rosso", il più alto su una scala di cinque valori. Da quando è stato istituito il servizio di controllo dell'Arpav, nel 1994, è la prima volta che viene usato questo grado. Il pericolo riguarda dai mille metri fino alle quote massime oltre i tremila ed è causato dai notevoli accumuli di neve, dalle temperature che si sono innalzate e, a seconda dell'altitudine, dalla pioggia e nuova neve che sta cadendo. Escluso per tutti di sciare fuori pista ma anche di incamminarsi con le ciaspe lungo i sentieri.

NEL TREVIGIANO - Protezione civile in allerta sul Monticano e sul Livenza dove la piena è attesa intorno alle 18. Il Sile è uscito a Casier, sommergendo il porticciolo, e a Casale. Numerose piccole frane nella zona collinare fra Refrontolo, San Pietro di Feletto, Cappella Maggiore. In mattinata i vigili del fuoco hanno salvato un gregge in un campo allagato a portobuffolè. per ora non desta preoccupazione il Piave.

IN FRIULI - Un mezzo disastro. La nevicata in corso in Alto Friuli dal mattino di giovedì ha messo in ginocchio strade e paesi in Carnia. Si registrano dai 30 agli 80 centimetri di neve caduta nei fondovalle, e fino ad un metro e mezzo in quota. Il tutto ha provocato slavine, grossi disagi alla circolazione, strade chiuse (il Passo della Mauria off limits, idem la regionale di Forcella Lavardeit, la provinciale di Uccea, quella della Val Raccolana mentre la provinciale per Sauris aperta solo ai residenti). Black out elettrici sono stati segnalati dalla notte scorsa in diversi comuni, da Forni di Sopra a Forni di Sotto, da Forni Avoltri a Comeglians, Paluzza, Paularo, Cavazzo Carnico, Tolmezzo, Zuglio, Ampezzo, causa i rami degli alberi appesantiti dalla neve che sono andati a compromettere le linee elettriche. Scuole chiuse in diversi paesi e mezzi spazzaneve e spargisale in azione ovunque. Un pullman di linea è stato sfiorato da una valanga. E' accaduto sulla strada che da Cave porta e Tarvisio. Anche un altro mezzo è rimasto coinvolto, ma non ci sono feriti.

Molto colpita anche la città di Tolmezzo dove c’è stato il doppio fenomeno dell’abbondante nevicata sino alla serata di giovedì, alla quale sta seguendo un altrettanto intensa pioggia che da una parte ha appesantito il manto caduto su alberi e tralici dell’alta tensione, dall’altra ha di fatto allagato tantissime arterie cittadine, a causa dei pozzetti e delle caditoie fuori uso perché coperte dalla neve spazzata dalle ruspe.

Treno bloccato dalla neve. Il treno Eurocity 31 Vienna-Venezia, giunto in Italia con 140 minuti di ritardo, è fermo nella stazione di Ugovizza, non lontano dal confine con l'Austria, impossibilitato a proseguire il viaggio per l'impraticabilità della sede ferroviaria. I passeggeri sono assistiti in stazione dalla Protezione Civile e dal personale ferroviario, in attesa dell'arrivo dei bus sostitutivi attivati da Trenitalia per trasferire i viaggiatori a Venezia. La circolazione ferroviaria è sospesa in Friuli sulla linea Udine-Tarvisio, a causa delle abbondanti nevicate sulla Carnia, in particolare nel Tarvisiano, dove in poche ore la neve ha raggiunto il metro di altezza. L'impraticabilità della rete stradale sta rallentando la sostituzione del treno con autobus.

A Tarcento scomparso un 45enne: ricerche difficili per il maltempo. La sua auto è stata rinvenuta da alcuni conoscenti, alla pendici del monte Bernadia, lungo l'ascesa che porta alla località Faro.

NEL PADOVANO - Mattinata di massima allerta a Padova e in provincia. In città è il Bacchiglione a creare apprensione: un'onda di piena, già passata da Vicenza, è attesa in serata. A Selvazzano è stato chiuso per qualche ora (e poi riaperto) il sottopasso di via Schiavo collegato con la tangenziale. I fossati di Caselle di Selvazzano sono pieni e l'acqua lambisce la strada in via Pelosa, mentre a Cervarese Santa Croce il castello di San Martino è circondato dall'acqua. Allarme a Este dove il comune ha deciso la chiusura di tutti i ponti in via precauzionale:in questa zona a destare preoccupazione sono il Fratta Gorzone, il Frassine (già esondato durante l'alluvione del 2010) e il Bisatto. Nell'alta padovana monitorato costantemente il Muson dei Sassi, mentre sono stati segnalati cedimenti di sassi dalla Rocca di Monselice, a causa delle precipitazioni persistenti di queste ore.

NEL VICENTINO - A Vicenza è stato diramato lo stato di pre-allarme per la crescita del livello di tutti i corsi d'acqua e in particolare del Bacchiglione, che tre anni fa allagò la città. I cittadini sono stati avvisati anche attraverso l'invio di un sms di allerta. A metà giornata il livello del Bacchiglione, nel pluviometro di ponte degli Angeli, ha avvicinato i 5 metri, dopo che il livello di guardia di 4 metri e mezzo è stato superato alle prime ore dell'alba. Le zone più a rischio in questa situazione restano quelle a sud della città, lontane dal centro storico, con alcune strade già chiuse per allagamenti. Oltre al Bacchiglione, anche gli altri corsi d'acqua del capoluogo (Retrone, Astichello e Dioma) potrebbero dare problemi nel deflusso. Nelle prossime ore sono previste ancora piogge abbondanti, ma a preoccupare è il fatto che dalla notte scorsa piove anche in montagna, sull'Altopiano di Asiago, attorno ai mille metri.

NEL VENEZIANO - Preoccupazione a Mestre per il livello del Marzenego in via Poerio, nel tratto di fiume riportato alla luce da poco tempo dal Comune, con un intervento che ha sollevato un grande dibattito in città tra favorevoli e contrari. L'acqua del fiume si presenta pericolosamente vicina alle sponde ed il timore di molti negozianti e residenti della zona, davanti ad un fenomeno del tutto nuovo è che, se la pioggia non cesserà di cadere nelle prossime ore, possa verificarsi un'esondazione. La Protezione civile è stata allertata e sta monitorando da vicino l'evolversi della situazione.

Massima allerta nel Veneto orientale dove nelle ultime 24 ore sono caduti 150 millimetri di pioggia. A destare preoccupazione il Livenza, già esondato a monte del territorio provinciale, e il Lemene, che ha causato allagamenti in alcune strade di Portogruaro che sono state chiuse al traffico.

Zaia furioso: «Situazione non degna di un Paese civile». «In questo momento, sono in contatto con molti sindaci e mi hanno confermato che le utenze senza energia elettrica sono 31.000: un'altra pagina squallida e una situazione non degna di un Paese civile». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha commentato così il nuovo blackout che ha colpito alcune zone della montagna veneta. «Da tre giorni avevamo mandato comunicati stampa, lettere e avvisi che annunciavano due-tre metri di neve, cosa che puntualmente si è verificata. Siamo di fronte - ha osservato - ad un evento calamitoso da allarme rosso, una situazione quasi fotocopia di quella di Natale, anche se Cortina si è salvata perché ha i generatori». Zaia ha detto di essere stato contattato dall'ad di Terna, Flavio Cattaneo, il quale gli ha assicurato che manderà su tutti gli uomini possibili e immaginabili, anche se capisco i problemi della sicurezza dei lavoratori che mi ha evidenziato. «Il problema resta però - ha aggiunto - quello di una infrastrutturazione obsoleta e non all'altezza. Si apre quindi il tema irrisolto della manutenzione, perché se un territorio che dovrebbe vivere di nevicate va così in crisi davanti alla neve, qualcosa non funziona. E, di fronte a tutto questo - ha spiegato -, sarebbe quindi auspicabile quantomai un intervento del Governo. Lo scenario che si apre è quello che così non si può continuare, visto che abbiamo località isolate e dimenticate».

Convocati i vertici di Enel e Terna. La commissione Attività produttive, presieduta da Luca Baggio (Lega), ha convocato per il 5 febbraio i vertici di Enel e Terna per capire le ragioni che hanno determinato interruzioni e disservizi nella rete dell'energia elettrica della provincia montana il 26 dicembre ed oggi causando disagi a famiglie e utenti dell'Alto Bellunese. La commissione vuol verificare l'accaduto e individuare responsabilità e possibili soluzioni. «Vogliamo capire con i tecnici le cause di quanto avvenuto - spiega il presidente Baggio - per evitare che nevicate e maltempo, fenomeni del resto ordinari in questa stagione nelle aree alpine, paralizzino intere comunità creando situazioni di autentica emergenza».

Ampi reportage dalle province sul Gazzettino in edicola domani 1 febbraio

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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