Lega, tormenti e rinunce Fedriga e Zaia: «La guida di via Bellerio? No grazie»

Il governatore veneto: «Terremoto? C'è discussione, ma io amministro»

Lunedì 11 Marzo 2024 di Loris Del Frate e Alda Vanzan
Massimiliano Fedriga e Luca Zaia

VENEZIA - Inutili tirarli per la giacchetta: né Luca Zaia né Massimiliano Fedriga intendono - almeno per ora - dedicarsi alla politica e al partito. Sono amministratori, presidenti di Regione, uno del Veneto e l'altro del Friuli Venezia Giulia e di quello vogliono continuare a occuparsi. E fa niente se ciclicamente - e adesso sempre più ripetutamente - vengono indicati come i papabili alla successione di Matteo Salvini, Fedriga addirittura indicato dall'ultimo espulso in ordine di tempo dalla Lega, l'eurodeputato trevigiano Toni Da Re. Voci che peraltro sono alimentate dai sondaggi che danno la Lega in calo (e il test dell'Abruzzo sarà indicativo) al punto da ipotizzare un repentino cambio in via Bellerio. 

FRIULI V.G.


«È un leitmotiv che torna spesso a galla. Io voglio fare il Governatore del Friuli Venezia Giulia». Massimiliano Fedriga di prendere in mano il timone della Lega, anche in condominio con Luca Zaia, non ne vuole proprio sentir parlare. Neppure ora che il comando di Matteo Salvini, l'indiscusso Capitano sino a qualche mese fa, inizia a scricchiolare. Tra i nomi che continuano a circolare in caso di cambio in corso d'opera se le Europee dovessero essere un disastro elettorale, c'è anche quello del Governatore del Friuli Venezia Giulia. Anzi, è uno dei primi che compare. «L'ho già detto - taglia corto l'interessato - non mi interessa un ruolo politico. Sono stato eletto per amministrare la Regione e quello voglio fare. La Lega ha l'obiettivo di restare unita per portare avanti il cambiamento di cui ha bisogno il Paese, non il Movimento. E poi - se devo essere sincero - non sarei in grado di guidare la Lega».
Ma se il timone del Movimento pare non interessargli proprio, discorso diverso, invece, per il terzo mandato. Eletto Governatore del Friuli Venezia Giulia per la seconda volta nell'aprile del 2023, avrebbe ancora quattro anni in carica. Come dire che la scadenza è ancora lontana, ma da Presidente della Conferenza delle Regioni, ha già chiesto ufficialmente al Governo di sdoganare il terzo giro per tutti. «Anche questo è un argomento del quale si è già parlato parecchio. Io sono assolutamente favorevole a tutti i processi che agevolano la scelta libera dei cittadini. Il terzo mandato favorisce questo e poi l'elettore andrà a decidere se un Governatore o un sindaco debbano essere riconfermati. È la strada che ritengo sia da percorrere». 


VENETO


Sulla stessa linea il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.

Che ieri a Valdobbiadene, a margine dell'inaugurazione della Fiera di San Gregorio, ha scansato l'argomento. Quando gli hanno chiesto se ha avvertito il "terremoto" che c'è in casa Lega, con l'espulsione di Da Re e i tentativi di far ripartire la "vecchia" Lega Nord, Zaia ha minimizzato. «C'è dibattito», si è limitato a osservare. Ma subito ha stoppato l'argomento: «Io preferirei parlare dei miei lavori visto che ho già tanti dossier sulla mia scrivania, sono i problemi da risolvere per i veneti, mi concentro su quelli». Non è un caso, però, che nel suo entourage sia stato ricordato che Zaia ancora nel 2013 aveva espresso forti perplessità in merito alla candidatura di Salvini alla segreteria di via Bellerio e che era stato lo stesso Zaia nel 2004 a far "saltare" a Bruxelles il seggio del futuro Capitano con un ricorso del professor Mario Bertolissi, scranno che poi era andato a Gianpaolo Gobbo. I più ritengono che solo dopo le elezioni Europee si potrà capire come andrà a finire il dibattito interno alla Lega e se davvero ci sarà un cambio al vertice. Tra l'altro, ancora non si conoscono i candidati a Bruxelles. Da quanto raccontano, Zaia avrebbe già declinato.

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