Embargo russo? L’Ucraina
​ai veneti: investite da noi

Sabato 28 Maggio 2016 di Alda Vanzan
Embargo russo? L’Ucraina ai veneti: investite da noi
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Le imprese venete soffrono l’embargo russo? Vengano in Ucraina, le aspettiamo a porte aperte.
È l’invito che l’ambasciatore di Ucraina in Italia, Yevhen Perelygin, ha rivolto ieri a Palazzo Ferro Fini, dove si è recato per incontrare prima i consiglieri del Partito democratico Stefano Fracasso, Andrea Zanoni, Francesca Zottis e Franco Ferrari del gruppo Alessandra Moretti Presidente, poi il presidente del consiglio regionale del Veneto, il leghista Roberto Ciambetti. Una visita non casuale, ma richiesta per avere delucidazioni dopo l’"affronto" Crimea". La settimana scorsa, infatti, l’assemblea legislativa veneta ha approvato la risoluzione presentata dal consigliere della Lista Zaia, Stefano Valdegamberi, che punta a «promuovere la costituzione di un comitato contro le sanzioni alla Russia, per il riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea e per la difesa delle produzioni venete». Un provvedimento che l’Ucraina ha contestato, prima con una lettera dell’ambasciatore, poi con una visita del console. Il tutto inutilmente perché la maggioranza centro-padana ha approvato il testo, lasciando il solo Pd a votare contro.

Così, l’ambasciatore di Ucraina ha chiesto di incontrare personalmente i consiglieri regionali e di esporre le ragioni del suo Paese. «È stato un dialogo franco ma sereno - ha detto Ciambetti - Ho sottolineato la preoccupazione sempre più diffusa in Veneto per i danni registrati dal tessuto economico-produttivo regionale a seguito delle sanzioni che hanno azzerato lo scambio con la Russia che era diventata un mercato molto importante per una vasta parte dell’imprenditoria veneta. La stima della perdita s’aggira attorno ai 700 milioni di euro mentre il 72 per cento del made in Italy esportato verso la Russia proviene da Lombardia, Emilia e appunto Veneto».
«È stato un incontro molto cordiale – hanno detto Fracasso, Zanoni, Zottis e Ferrari – Pur comprendendo le difficoltà di una parte dell'economia veneta, noi ribadiamo il nostro dissenso e disagio per la demagogica superficialità e il pressapochismo con cui è stata discussa e approvata la risoluzione di Valdegamberi. Anche in questi giorni il ministero degli Affari esteri ha riaffermato la sua posizione, condivisa dall’Unione Europea, dai partner della Nato e dai Paesi del G7, di non riconoscimento degli esiti del referendum sull’indipendenza della Crimea del 16 marzo 2014 e della successiva annessione alla Federazione Russa, compiuti in violazione di principi e norme di diritto internazionale che vietano la modifica unilaterale dei confini di uno Stato».

Dal canto suo, l’ambasciatore Yevhen Perelygin - che da Venezia è poi andato a Verona per incontrare il sindaco Flavio Tosi e parlare delle opere sottratte al museo di Castelvecchio e ritrovate proprio in Ucraina, pare «senza danni gravi» - ha sottolineato i positivi rapporti commerciali tra il Veneto e il suo Paese, che hanno registrato un incremento del 28% nel primo quadrimestre 2016. «L’ambasciatore - ha detto Fracasso - si è dichiarato disponibile a incontrare i rappresentanti delle categorie economiche del Veneto, allo scopo di illustrare e approfondire le opportunità di questi già fruttuoso interscambi».
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