Giallo bandi Cav, ira della lega: chiesta audizione in Consiglio regionale

Giovedì 8 Giugno 2017 di Alda Vanzan
Giallo bandi Cav, ira della lega: chiesta audizione in Consiglio regionale
VENEZIA - Il mistero dei bandi di Cav continua a restare tale. Quanta gente si è fatta avanti per quattro posti di lavoro, di cui due dirigenziali, nella società che gestisce il Passante di Mestre? Quanti esterni? Quanti interni? Non si sa. E continua a non saperlo neanche la presidente Luisa Serato, che ieri ha scritto alla direzione generale della spa - cioè di fatto a se stessa - per sapere chi ha fatto domanda di assunzione visto che il giorno prima non era riuscita ad avere notizie in merito, e, per interposta persona, si è sentire rispondere picche dall'amministratore delegato Michele Adiletta. Raccontano di una corrispondenza che, se non fosse drammaticamente vera, sembrerebbe un copione da teatro dell'assurdo: la presidente Serato scrive alla direzione generale, la direzione generale scrive al ragionier Paolo Bragato che è chief human resources, il quale capo delle risorse umane chiede alla sua presidente: è sicura di volere i dati? E siccome la presidente conferma, Bragato si premura di mandare in copia la richiesta all'amministratore delegato, Adiletta. Il quale si guarda bene dal chiamare la sua presidente e risponde all'egregio Bragato: non si azzardi a divulgare dati. Con Bragato che infine risponde no alla presidente: questioni di «riservatezza».
Il punto è che quei bandi - che pare comporterebbero per le quattro assunzioni un costo di 800mila euro all'anno - hanno agitato la politica veneta, visto che la Regione è socio al 50% di Cav e visto che la Lega, che è il partito di maggioranza che governa la Regione, quei bandi aveva chiesto di sospenderli. Inutilmente, perché l'amministratore delegato Adiletta, nominato dall'Anas che ha l'altro 50% della società, della mozione depositata in consiglio regionale si è fatto un baffo. Ed è questa «arroganza» a far andare su tutte le furie il capogruppo della Lega in Regione, Nicola Finco: «Mi sono stancato di essere preso in giro dai burocrati romani. Di fronte a un capogruppo di maggioranza che chiede chiarezza, nessuno dà risposta?! E l'amministratore delegato, quando il tema viene sollevato in Cda, si alza e fa cadere il numero legale?! Questa arroganza è inammissibile». E sui bandi, Finco rincara: «Il consiglio di amministrazione di Cav non ha mai dato l'ok alle nuove assunzioni, men che meno di due nuovi dirigenti peraltro neanche previsti in pianta organica. E dal momento che in Regione nessun organo politico ha dato l'assenso, domando: l'autorizzazione ai bandi è stata per caso data da qualcuno della struttura tecnica della giunta regionale? Da chi? E in base a cosa?».
Il tema è destinato a tenere banco a Palazzo Ferro Fini, considerato che il consigliere regionale tosiano Maurizio Conte ha chiesto una audizione in commissione della compaesana presidente Serato (sono entrambi di San Martino di Lupari) per capire cosa sta succedendo nella società (e magari anche perché spieghi la storia dell'auto blu per andare al Redentore). Alla richiesta di Conte adesso si aggiunge quella del capogruppo della Lega: «Io chiederò l'audizione dell'amministratore delegato di Cav. E pretendo che all'assemblea dei soci del 28 giugno il socio Regione sollevi il caso di questi bandi».
Ma perché si è arrivati a questo punto? Solo guerre al vertice della società o ci sono manovre in corso? Finco mette avanti le mani: «Cav, che nell'ultimo bilancio ha avuto un utile netto di 14 milioni di euro, è una società solida, ma se qualcuno pensa di colonizzarla si sbaglia. Sembra che la società sia solo di Anas e non anche della Regione. Beh, i burocrati sono avvisati: se vogliono comandare, si facciano eleggere».
Da Palazzo Balbi silenzio.
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Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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