La Camera ha votato la decadenza
Galan non è più un "onorevole"

Mercoledì 27 Aprile 2016
La Camera ha votato la decadenza Galan non è più un "onorevole"
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Giancarlo Galan da oggi non è più deputato. L'Aula della Camera ha infatti approvato la relazione della Giunta delle elezioni di Montecitorio che ne decideva la decadenza dal seggio di Montecitorio sulla base della legge Severino. Sono stati 388 i favorevoli, solo 40 i contrari e 7 gli astenuti. Al suo posto subentrerà il vicentino Dino Secco. L'ex Governatore del Veneto, due volte ministro e poi presidente della commissione cultura della Camera, era finito in carcere nella  'retata' storica insieme ad altri 34 arrestati per la vicenda Mose, il sistema di barriere mobili per proteggere Venezia dalle maree eccezionali. In carcere ci è rimasto 80 giorni: per ricongiungersi alla famiglia aveva poi optato - questa la sua versione - per il patteggiamento: fini così  ai domiciliari e si è poi accordato con la Procura per una condanna a 2,6 milioni di euro di multa (per pagare la quale ha sacrificato la dimora storica di Villa Rodella sui Colli Euganei cedendola allo Stato) e a 2 anni e dieci mesi che sta scontando in una casa in affitto, dopo che gli è stata respinta la richiesta di affidamento ai servizi sociali.

L'ex 'doge' del Veneto - chiamato in causa dai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), all'epoca guidato da Giovanni Mazzacurati e incaricato di realizzare il Mose - avrebbe ricevuto dazioni milionarie e favori per agevolare l'iter burocratico dell'opera. Poi, a seguito dell'inchiesta, il carcere concesso dalla giunta per le autorizzazioni della Camera. Nella cella di 'Opera' ha resistito 80 giorni, passati in realtà nel centro medico del carcere, per poi essere confinato ai domiciliari. Nonostante le accuse, il patteggiamento e il progressivo crollo di ogni possibile difesa, Galan non ha mai rinunciato allo stipendio di parlamentare aggrappandosi alla sua innocenza e alla cosiddetta legge Severino. Oggi l'epilogo con la Camera che ha deciso per la sua decadenza, primo deputato che "cade" per corruzione. 


Oltre alla vicenda Corte dei Conti e della richiesta danni di 5.2 milioni di euro  era dunque partito oggi nell'Aula della Camera l'iter per la decadenza di Giancarlo Galan da deputato. Sulla richiesta della Giunta per le Elezioni della Camera, che si è espressa in favore della decadenza con il solo no del rappresentante di Fi. «Forza Italia ribadisce il 'no' all'applicazione della legge Severino. Il 'no' non è motivato da valutazioni nel merito della vicenda giudiziaria nella quale è stato coinvolto il collega Galan, sulla quale non spetta in alcun modo alla Camera pronunciarsi». Lo ha detto Gregorio Fontana (Fi), nel corso dell'esame della relazione della Giunta delle elezioni della Camera, in merito alla decadenza da deputato di Giancarlo Galan. «Noi sosteniamo l'inapplicabilità della legge Severino a questo caso - ha evidenziato - per difendere tre principi, che sono alla base del nostro sistema costituzionale: la irretroattività della sanzione penale, il diritto elettorale passivo e l'autonomia del Parlamento. La legge Severino non era in vigore quando si sono verificati i fatti per i quali Galan è stato condannato, quindi non può essere applicata al suo caso. Si viola il principio di irretroattività della sanzione». «Inoltre, facendo decadere Galan - ha continuato Fontana -, si infligge una ferita al principio della sovranità popolare. L'onorevole Galan è stato già condannato dai giudici. Dichiarandolo decaduto, il Parlamento, crea un grave 'vulnus' nel sistema: non esiste, infatti, nessun bene costituzionale in grado di controbilanciare la lesione del principio della sovranità popolare. Infine, va ricordato che Galan decade in applicazione di un decreto legislativo, ovvero di un atto emanato dal Governo. Non c'è bisogno di essere dei giuristi per rendersi conto della gravità di una tale decisione. Si tratta - ha concluso - di una grave lesione al principio della separazione dei poteri e alla sovranità del Parlamento, che fa decadere uno dei suoi membri, sulla base di una disposizione emanata dal Governo».

FAVOREVOLI ALLA DECADENZA - «In un Paese normale, il deputato Giancarlo Galan avrebbe dovuto dimettersi spontaneamente.

Ecco perché consideriamo questo voto una sconfitta per la buona politica». Così la capogruppo di Scelta Civica nella Giunta per le elezioni, Adriana Galgano, nel corso delle discussione della relazione sulla decadenza dell'ex presidente della Regione Veneto, nell'Aula di Montecitorio. «Invece Galan, non solo non si è dimesso - aggiunge Galgano - ma ha anche mantenuto la carica di presidente di commissione. È bene sottolineare che ha potuto farlo anche perché il regolamento della Camera glielo consentiva e questa vicenda, colleghi, rende ancora più evidente la necessità di riformare le norme parlamentari in tal senso. Dove non arriva l'etica, dovrebbero arrivare le prescrizioni e per questo motivo, nel votare a favore della decadenza di Giancarlo Galan, chiediamo nuovamente alla presidente della Camera di impegnarsi a calendarizzare al più presto una riforma organica del regolamento di Montecitorio. Pochi giorni fa, il presidente dell'Anm Davigo ha dichiarato che la legge Severino è stata del tutto inefficace per combattere la corruzione, ebbene consideriamo ingeneroso il suo commento, visto che oggi la Camera voterà, per la prima volta nella storia, la decadenza di un deputato, per vicenda di corruzione, e ciò avverrà proprio grazie alla legge Severino».

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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