Family day, tutti i politici del Nordest
che saranno presenti o assenti

Sabato 23 Gennaio 2016 di Giuseppe Pietrobelli
Family day, tutti i politici del Nordest che saranno presenti o assenti
2

Combattuti tra equidistanza e scelta di campo, anche e soprattutto su tematiche sensibili come le unioni civili, le adozioni e la fecondazione assistita, i politici del Nordest sembrano propendere per il rispetto della varietà di opinioni. Ovviamente, con i debiti distinguo. Chi andrà a Roma, tra una settimana, per partecipare al Family Day militante?

Prendiamo i presidenti del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Il leghista Luca Zaia preferisce l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Venezia, ma nella capitale manderà comunque una rappresentanza di Palazzo Balbi, a dimostrazione del filo che unisce la Lega a una visione tradizionale della famiglia. E per questo deve incassare l’ironia di Flavio Tosi, sindaco di Verona. «Nel trasformismo anche un camaleonte, rispetto a lui, è un dilettante nel cambiare i colori della pelle e delle opinioni. Per qualche voto in più!» lo provoca. E cita un’intervista dello scorso anno ai settimanali cattolici su fecondazione eterologa e testamento biologico, in cui Zaia diceva orgogliosamente: «Ho un approccio laico su questi temi».

Sul versante friulano, da Trieste Debora Serracchiani suona un’altra musica, esemplificativa della linea del Partito Democratico. È dichiaratamente pro unioni civili e via Twitter ha confermato: «Sarò a Udine a "svegliaItalia" a Udine», nei giorni in cui «da molte piazze si alzerà la voce di chi crede si debba colmare un ritardo storico sui diritti». Sono quelli delle altre famiglie, sostenuti dalla riforma legislativa sponsorizzata dal governo. In casa Pd, tra i parlamentari ha una posizione di «mediatore» il senatoreFrancesco Russo e il vicecapogruppo al Senato, Alessandro Maran, ieri con un tweet si è speso a sostegno della posizione espressa dal premier Renzi nella Direzione nazionale del partito.

Non sarà né in quella piazza né al «Family day», invece, la segretaria friulana di Forza Italia e deputata, Sandra Savino. Presente a Roma, al contrario, il segretario regionale della Lega Nord e capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga. «Ci sono due modi per distruggere la famiglia: attaccarla direttamente o dire che qualsiasi cosa è famiglia. - spiega - Sarò in piazza per difendere il nucleo della società». Al «Family day» anche il deputato Gian Luigi Gigli del Centro democratico, neurologo eletto in Friuli.

Mancherà, ma solo fisicamente, Massimo Bitonci, sindaco di Padova. «Ho altri impegni, ma appoggio sicuramente la manifestazione». Non consentono dubbi le foto e gli articoli postati su Facebook dove il primo cittadino leghista cita le parole del cardinale Bagnasco a sostegno di una presa di posizione a difesa di «valori irrinunciabili».
Paladino del centrodestra, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha annunciato che andrà al Circo Massimo. «Certo che ci vado, mi devo organizzare». E aggiunge: «Non ho nulla contro gli omosessuali, ma c’è una cosa che non posso tollerare, la pratica dell’utero in affitto. Con le unioni civili subirebbe un incremento, non va bene, dovrebbe essere un reato sempre. Gli insulti di quest’estate me li sono presi per questo, perché ho detto chiaro che sono contro quelle pratiche».

Altra città, altro sindaco. Achille Variati, eletto due volte con il centrosinistra preferisce mantenere una posizione di equilibrio. «Non andrò al Family Day, nè alla manifestazione per le unioni civili, ma sono convinto che i partecipaneti di tutte e due le manifestazioni meritino rispetto. Spero che entrambe siano caratterizzate dalla volontà di dialogare anche con chi la pensa in modo diverso e non diventino terreno fertile per miopi strumentalizzazioni politiche».

Anche Alessandra Moretti, a capo dell’opposizione in consiglio regionale del Veneto, parla di equidistanza.

Ma è più netta. «Non vado al Family Day perchè afferma la prevalenza di una famiglia su un’altra. Invece, penso che si debba guardare e tutelare tutte le situazioni già esistenti, soprattutto per quanto riguarda le tutele dei minori. E che vadano estesi i diritti vigenti per le famiglie etero». La senatrice Laura Puppato ha pochi dubbi: «Bisogna ridurre il gap di civiltà esistente in Italia rispetto ad altri ordinamenti, anche in tema di adozione dei figli del partner». Più chiara di così.

Ultimo aggiornamento: 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci