La fabbrica Miteni: «Non c'entriamo»
Regione: «Solo voi producevate Pfas»

Venerdì 22 Aprile 2016 di Alda Vanzan
La fabbrica Miteni: «Non c'entriamo» Regione: «Solo voi producevate Pfas»
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La Miteni si chiama fuori: noi - dice l’azienda - con i Pfas trovati nelle acque del territorio vicentino, padovano e veronese e nel sangue dei cittadini controllati non c’entriamo. Dopo un silenzio durato anni, la fabbrica di Trissino ritenuta responsabile dell’inquinamento trentennale della falda acquifera e dei pozzi e ora anche dell’"avvelenamento" di centinaia di persone visto che i Pfas si trasmettono principalmente con l’acqua, sostiene di non avere alcuna responsabilità e di confermare la collaborazione con le istituzioni. "Un’area così vasta - recita il comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio - va necessariamente riferita al sistema di scarichi consortili a cui sono collegate centinaia di aziende del territorio".  
 




I Pfas superano i limiti nelle acque di 31 comuni di 4 province venete


Dunque, la colpa dei Pfas nelle acque e nel sangue è delle industrie conciarie? È per loro e non per la Miteni che adesso 250mila cittadini dei comuni interessati per anni dalla contaminazione delle falde e dei pozzi dovranno sottoporsi a esami e test tumorali? Alessandro Benassi, capo del dipartimento Ambiente della Regione Veneto, sa benissimo che adesso la Miteni così come il Consorzio Arica per la depurazione, rispetta i limiti: «I limiti glieli abbiamo dati noi come Regione nel 2014». Però la Miteni dice di non avere nulla a che fare con la contaminazione. «I Pfas servono per produrre vestiti e materiali cartacei impermeabilizzati, teflon per le pentole, eccetera. Molte fabbriche usano queste sostanze. Ma una sola è l’azienda che le produce. La quantità in gioco è ben diversa»...

 


Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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