Nordest, cresce la voglia di estero:
«Solo andandosene si cresce»

Lunedì 30 Maggio 2016 di Natascia Porcellato
Nordest, cresce la voglia di estero: «Solo andandosene si cresce»
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«Per i giovani di oggi che vogliono fare carriera l’unica speranza è andare all’estero»: questa idea conquista il consenso della netta maggioranza dei nordestini, e la percentuale, dal 2008 ad oggi, è costantemente e inesorabilmente aumentata. È il futuro lavorativo dei giovani il centro dell’attenzione dell’Osservatorio sul Nordest di oggi. Secondo i dati elaborati da Demos per Il Gazzettino, infatti, il 64% ritiene che i giovani possano fare carriera solo oltreconfine, e la quota mostra un saldo positivo di oltre venti punti percentuali da quando abbiamo iniziato a testare questa opinione.
 
Il Nordest appare fortemente caratterizzato dalle migrazioni. Il recente passato, infatti, racconta di un’area che nel giro di pochi anni si è trovata a fare i conti con una presenza di immigrati che oggi raggiunge l’8-10% della popolazione residente. La storia di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento, però, appare segnata anche dall’emigrazione. Negli ultimi anni, complice la crisi economica e la poca attenzione che l’Italia sembra riservare ai propri giovani, il fenomeno è tornato ad avere dimensioni importanti tanto che, per esempio, alcune sezioni locali dell’Associazione Trevisani nel Mondo hanno iniziato a studiare questi nuovi emigranti.
D’altra parte, la scelta di andarsene appare la migliore chance per fare carriera al 64% degli intervistati. Se guardiamo alla serie storica, possiamo vedere come la percentuale sia costantemente cresciuta nel corso del tempo. Tra il 2008 e il 2009 era il 40% a mostrare la stessa convinzione, ma già tra il 2010 e il 2011 il consenso era salito al 46-49%. Nel 2010, poi, l’opinione conquista la maggioranza dei nordestini (58%) e l’ascesa continua anche negli anni successivi: 59% nel 2013, 61% nel 2014, 63% nel 2015 per arrivare all’attuale 64%. L’aumento, rispetto al 2008, è pari a +24 punti percentuali.
Sono soprattutto le donne (67%) più che gli uomini (60%) a sostenere la necessità di andare all’estero per fare carriera. Interessante, però, è considerare congiuntamente età e genere. Tra gli uomini, infatti, sono gli under-25 (66%), oltre a quanti sono in età centrale (34-54 anni, 64-68%) ad avere maggiormente presente questo orientamento. Meno coinvolti, invece, appaiono le persone tra i 25 e i 34 anni e quanti hanno tra i 55 e i 64 anni (entrambi 56%), oltre agli anziani over-65 (l’unico caso in cui la percentuale scende al 46%, quindi sotto la soglia critica della maggioranza assoluta). 
Tra le donne, la necessità di andare via è maggiormente presente tra quante hanno tra i 25 e i 64 anni: in questa fascia d’età, infatti, il consenso si attesta tra il 70% e il 78%. La medesima convinzione appare meno presente tra le giovani donne che hanno meno di 25 anni (60%) e quelle più anziane (51%).
Professionalmente, infine, osserviamo un ampio sostegno proveniente da disoccupati (76%) e operai (73%), ma la percentuale è superiore alla media dell’area anche tra liberi professionisti (68%), casalinghe e studenti (entrambi 69%). Sostanzialmente in linea con il dato generale, invece, appare l’assenso rilevato tra gli impiegati (62%), mentre tra i pensionati la quota scende al 50%. È tra i lavoratori autonomi e gli imprenditori, però, che l’idea che i giovani debbano andare all’estero per fare carriera raggiunge la popolarità minima (46%). 
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Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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