Liquidata la "Fondazione Arena"
il Comune licenzia 300 dipendenti

Giovedì 7 Aprile 2016
Liquidata la "Fondazione Arena" il Comune licenzia 300 dipendenti
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VERONA - Liquidazione della Fondazione Arena e, soprattutto, licenziamento dei 300 dipendenti. È l'atto finale della tragedia che ha travolto in questi mesi quello che resta uno dei più importanti festival lirici del mondo. Che ora il Comune di Verona cercherà di mettere in piedi da solo nello splendore dell'anfiteatro romano. «Di fronte ad un rifiuto sciagurato da parte dei dipendenti per un nuovo accordo, che era il migliore possibile perché non prevedeva licenziamenti, ma solo scivoli in uscita e incentivazioni all'esodo, con una riduzione assolutamente contenuta del contratto integrativo, all’unanimità si è stabilito di chiedere al ministero dei Beni Culturali che venga posta in liquidazione coatta amministrativa la Fondazione Arena», ha, infatti, comunicato all'uscita dal consiglio di indirizzo tenuto ieri pomeriggio in municipio a Verona, lo stesso sindaco Flavio Tosi, che della Fondazione Arena è anche presidente.

Una fine scontata dopo il voto contrario dell'altra sera da parte dei lavoratori dell'ente lirico, che per due voti 132 a 130 hanno bocciato il sofferto accordo siglato dalla direzione della Fondazione e dai segretari di categoria di Cgil, Cils e Uil (con la sola Fials a rifiutarsi di sottoscriverlo). Ora la palla passa al ministro Franceschini che dovrà decidere se sciogliere la fondazione o commissariarla. Tosi punta sulla prima soluzione perché ha chiaramente affermato: «Deve decidere il ministero e abbiamo già programmato per la prossima settimana un vertice con il ministro a Roma. Ma è chiaro che anche un commissario, senza le risorse che avrebbe garantito la legge Bray e con le tensioni sindacali e la conflittualità in atto, avrebbe difficoltà a gestire la prossima stagione, anzi sarebbe ancora più in difficoltà dell'attuale consiglio, visto che dovrebbe ripartire con una contrattazione con il rischio poi di trovarsi a giugno, all'inizio della stagione areniana, con gli scioperi in atto».

Una decisione che sta scuotendo la città, con l'opposizione che da settimane chiede la testa del sovrintendente Girondini, considerato responsabile della grave situazione finanziaria dell'ente, che ha chiuso gli ultimi bilanci in rosso per circa 30 milioni, e con i sindacati che speravano ancora di poter riaprire una trattativa, visto che nel loro comunicato, dopo il voto che ha bocciato l'accordo, auspicavano la riapertura di un confronto «con caratteristiche diverse da quelle proposte, in forte discontinuità con un passato anche recente, fondate su documentazione e proposte certe, aperte al contributo delle rappresentanze sindacali come da tempo abbiamo sollecitato».
«Il consiglio d'indirizzo non aveva scelta - ha, invece, concluso il sindaco - perché non c’era più la garanzia di poter tenere serenamente una stagiona lirica estiva né raggiungere il pareggio di bilancio, poiché il voto dei lavoratori è costato l’impossibilità di aderire alla legge Bray. Ora attendiamo la decisione del ministro, assicurando che il Comune è in grado di organizzare in proprio la stagione lirica».
M. R.
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Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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