Emigrazione senza ritorno: «Tanti
vanno all'estero e il 90% ci resta»

Domenica 24 Luglio 2016 di Damiano Tormen
Emigrazione senza ritorno: «Tanti vanno all'estero e il 90% ci resta»
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BELLUNO - Emigrazione senza ritorno.(((tormend))) Soprattutto al giorno d'oggi. I veneti con la valigia in mano non sono un retaggio del passato. Anzi: sono sempre più i giovani che lasciano la terra natia. Certo, oggi ci sono trolley e cellulare, non più l'immagine romantica della valigia di cartone. Ma la sostanza non cambia. La differenza è che è diventato più difficile tornare indietro. Quasi impossibile. Soprattutto per i giovani. «Trovano lontano dall'Italia le condizioni di valorizzazione personale e professionale che cercano. Di conseguenza, è difficile poi tornare». Sic dixit Luciano Alban.

Il vice presidente della consulta Veneti nel Mondo ha partecipato  ieri (a Belluno, dove andava in scena il 50. dell'associazione Bellunesi nel Mondo) all'ottava edizione della festa dei Veneti sparsi per il globo. E ha ricordato cosa significa emigrazione nel 2016. Lui, che mezzo bellunese e mezzo trevigiano, vive in Svizzera da una vita. E a Zurigo coordina un gruppo di professionisti di origine veneta che danno informazioni e sostegno a chi vuole prendere la valigia e «cercar fortuna». «Attualmente la richiesta di emigrazione dal Veneto è molto forte - ha detto Alban -. E una volta che uno ha lasciato l'Italia, non torna più indietro. Oggi oltre il 90% non fa il viaggio di ritorno. Soprattutto i giovani, che trovano condizioni di valorizzazione e possibilità di carriera che non troverebbero in Italia». Da qui l'appello alla Regione Veneto: «Dia delle chance ai giovani.(((tormend))) Faccia in modo che l'esperienza dell'emigrazione sia un modo per crescere. Ma i giovani devono trovare la porta aperta per tornare e far crescere la terra d'origine».
Rientro impossibile? C'è chi tornerebbe, sì. Ma solo dopo la pensione. Prima, neanche a parlarne. «Servizi, qualità della vita, sostegno economico alle famiglie... Tutto a favore della Germania» dice Ivano Renon, 33enne bellunese, che dal 2004 vive a Ettlingen (cittadina tedesca del Baden-Württemberg, a due passi dalla Foresta Nera), dove gestisce una delle più belle gelaterie della zona (e dove ha moglie, tedesca, e due figli). Ha cominciato come cameriere e aiutante. Nel giro di qualche anno, assieme al fratello, ha rilevato il locale. «Per un giovane, qui, ci sono un sacco di possibilità di emergere - continua -. Ci si può costruire molte possibilità di carriera. E i servizi per le famiglie sono decisamente migliori rispetto all'Italia. Tornare? Solo da pensionato».
Le condizioni all'estero sono migliori. Ecco perché sabato nel salutare la festa dei Veneti nel Mondo, il governatore Zaia ha detto che «il miglior modo per onorare gli emigranti veneti è regalare loro l'autonomia della nostra regione». «Oggi i nuovi migranti sono i giovani, che se ne vanno per cercare opportunità di lavoro e di carriera: a loro va tutta la nostra attenzione - ha detto ieri l'assessore regionale ai flussi migratori, Manuela Lanzarin -. Gli emigranti veneti sono i nostri ambasciatori nel mondo. Portano in giro la tenacia, la cultura del lavoro e la solidarietà, che sono le nostre bandiere».(((tormend)))
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Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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