Cellule staminali: Generali sosterrà
la sperimentazione di Vescovi

Mercoledì 15 Gennaio 2014
Angelo Vescovi
TRIESTE - Il gruppo Generali sosterrà la sperimentazione della terapia a base di cellule staminali per la cura della Sla coordinata da Angelo Vescovi, Direttore Scientifico dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio (San Giovanni Rotondo) e della onlus Revert nata per sostenere il progetto.



Lo hanno annunciato la compagnia triestina e Revert con un comunicato. La terapia sviluppata da Vescovi è attualmente nella prima fase della sperimentazione, quella che serve a stabilire la sicurezza del protocollo. La partnership, di cui non è stata specificata l'entità in termini economici, durerà tre anni, durante i quali i test potrebbero essere estesi anche ad altre malattie neurodegenerative.



«Questo supporto ci facilita tantissimo proprio in un momento in cui eravamo in forte difficoltà economica - afferma Vescovi -. Siamo felici che un gruppo come Generali si sia accorto di una sperimentazione unica a livello mondiale, no profit, seria e senza nessun problema etico e basata su una tecnologia tutta italiana».



Al momento è in corso la seconda parte del test, che dovrebbe concludersi entro l'anno. «Siamo lieti di sostenere - ha commentato Mario Greco, amministratore delegato del Gruppo Generali - un progetto scientifico di eccellenza italiana in una delle principali sfide di carattere medico e sociale.
Riteniamo che questa ricerca possa dare un apporto significativo nell'individuazione di una cura delle malattie eurodegenerative, migliorando la società in cui viviamo».




Se i risultati dei test che verificano la sicurezza della terapia per la Sla a base di staminali sviluppata da Revert Onlus saranno positivi potrebbe essere possibile già l'anno prossimo un uso compassionevole del metodo. Lo afferma Angelo Vescovi, direttore scientifico della onlus e della Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, che sottolinea come il metodo seguito in questo caso sia molto diverso da quello del caso Stamina.



«L'obiettivo è terminare i test di fase 1 entro fine anno - spiega il ricercatore - fino a questo momento non ci sono stati problemi importanti sotto il profilo della sicurezza, e speriamo di continuare così. Una volta concluso il test invieremo all'Istituto Superiore di Sanità tutti i dati, e se il metodo sarà considerato sicuro potremo iniziare a pensare a un uso compassionevole sui malati. Questo è il modo giusto di procedere nell'interesse dei pazienti, e non come nel caso Stamina, una vicenda che poteva succedere solo in questo paese».



Il metodo sviluppato da Vescovi, che ha impiegato decenni per arrivare alla fase di sperimentazione sull'uomo, sarà poi messo a disposizione degli altri ricercatori. «Noi vorremmo che anche altri seguissero questa strada - spiega - mettiamo a disposizione degli altri gruppi sia le cellule che la nostra esperienza».
Ultimo aggiornamento: 15:17

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