Caldaie della Regione sotto accusa
per l'emergenza inquinamento

Mercoledì 30 Dicembre 2015 di Alda Vanzan
Blitz pentastellato a palazzo Ferro-Fini consiglieri pentastellati in tuta e maschera
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VENEZIA - L’emergenza smog "contagia" anche i consiglieri regionali del Veneto. Quelli del M5s, consci di catturare con la loro performance titoli e spazi nei media, ieri pomeriggio si sono presentati in aula a Palazzo Ferro Fini bardati come agenti della scientifica di Las Vegas, tuta bianca e mascherina sul volto, per dire che le targhe alterne sono «toppe» e che «i veri responsabili» dell’inquinamento e, dunque, «da punire» sono «i politici schiavi delle lobby dei combustibili fossili». Posto che in aula i pentastellati sono entrati con la regolamentare giacca (senza non si può) sopra la tuta, la loro "carnevalata" - come è stata definita dal capogruppo leghista, Nicola Finco, ma anche da Stefano Valdegamberi della Lista Zaia - non ha prodotto alcunché: la seduta è stata immediatamente chiusa dal presidente dell’assemblea legislativa Roberto Ciambetti (e, comunque, dopo una durata record di 25 minuti di lavori, era già finita).

Semmai, la denuncia del capogruppo del M5s Jacopo Berti sull’uso "allegro" dei termosifoni a palazzo - «Nella mia stanza ci sono 25 gradi quando il limite è di 20» - ha portato lo stesso Ciambetti ad annunciare un cambio nella gestione e nella manutenzione degli impianti termici ed elettrici delle sedi del consiglio regionale: «Ma è una cosa che avevamo già deciso in ufficio di presidenza - ha precisato Ciambetti - Mentre oggi le competenze sono tutte "spezzettate", avremo un "global service", un unico interlocutore per tutti gli impianti».
Chissà, probabilmente neanche un mago riuscirebbe a trasformare un palazzo del Seicento in un edificio in classe A privo di spifferi e dispersioni, ma ormai il tema dell’inquinamento domina l’agenda politica. Anche se, purtroppo, nemmeno le misure più drastiche paiono sortire effetti: il blocco del traffico a Milano per sei ore nella giornata di lunedì non è servito ad abbassare gli inquinanti, le polveri sottili sono addirittura aumentate.

E in Veneto, come nel resto d’Italia, aumentano anche le polemiche. Fuoco di fila dal Pd nei confronti del governatore Luca Zaia. Il consigliere regionale Stefano Fracasso: «Zaia invoca la programmazione? Ma se è lui che deve farla». Il collega Andrea Zanoni: «Il nuovo Piano Aria e il nuovo Piano Energetico decisi dalla giunta regionale non cambiano rotta in modo deciso nella battaglia contro lo smog». La senatrice Laura Puppato: «In Veneto le politiche ambientali sono inesistenti da anni». E anche il M5s, che peraltro ha annunciato una proposta di legge in consiglio regionale per contrastare l’inquinamento atmosferico, insiste: «È proprio grazie alla Lega che da anni governa il nostro territorio - ha detto Patrizia Bartelle - se oggi dobbiamo subire la "carnevalata" delle polveri sottili dentro i nostri polmoni».

In attesa della pioggia, oggi sono previste indicazioni romane e venete. Alle 11.30 ci sarà il vertice convocato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, cui l’assessore veneto Giampaolo Bottacin parteciperà da Venezia in videoconferenza: «È l’unico modo - ha detto Bottacin - per confermare la successiva riunione delle 14 a Palazzo Balbi del Cis, il Comitato di indirizzo strategico, con i sindaci, iniziativa che avevamo programmato da una settimana». Nel frattempo, lo stesso Bottacin si compiace di aver vinto la battaglia del nuovo piano inceneritori previsto nella bozza di decreto predisposta dal Governo: «La battaglia che il Veneto ha fatto in Commissione Ambiente Stato-Regioni ha portato i suoi frutti. Dopo avere inizialmente tentato di imporci un nuovo inceneritore di valenza strategica nazionale, in questa nuova versione del provvedimento la nostra regione è stata esclusa. Fondamentali sono stati il nostro impegno e la nostra tenacia nel ribadire le ragioni di un no secco al governo, dimostrando che in materia il territorio veneto ha già ampiamente dato».
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