Ex Popolari venete, Atlante regista
Ieri l'incontro tra Mion e Penati

Mercoledì 28 Settembre 2016 di Maurizio Crema
Ex Popolari venete, Atlante regista Ieri l'incontro tra Mion e Penati
Il futuro di popolare Vicenza e Veneto Banca verrà deciso nelle prossime settimane. Ieri il presidente della banca berica Gianni Mion ha incontrato a Milano il leader di Quaestio e del fondo Atlante Alessandro Penati. Un incontro definito di routine da fonti accreditate che smentiscono decisamente possibili dimissioni di Mion. E anche la posizione del consigliere delegato Francesco Iorio non è in discussione. Atlante ovviamente non può aver ignorato le fibrillazioni di questi giorni con il botta e risposta a distanza tra Mion - favorevole alla fusione con Veneto Banca - e il presidente trevigiano Beniamino Anselmi, che invece vorrebbe provare a "ballare" da solo almeno fino al 2018 e a tenere nel perimetro del suo gruppo anche Bim (indicato come capolista per l’assemblea del 18 ottobre il vice presidente Maurizio Lauri).

Atlante, azionista da maggioranza "bulgara" delle due ex Popolari venete, chiede soprattutto risultati. Che dovrebbero arrivare presto. Vicenza dovrebbe riunire il cda l’11 ottobre per approvare definitivamente il piano industriale ritoccato rispetto a quello presentato lunedì scorso e a breve dovrebbe esserci un incontro con i sindacati per definire il percorso di eventuali altri esuberi (si parla di un migliaio di addetti, che potrebbero anche salire). Entro fine ottobre dovrebbero partire i tavoli di conciliazione con gli azionisti per tutte e due le banche, passaggio fondamentale per ricostruire il rapporto di fiducia con i soci spesso clienti. In fase di decollo anche le azioni di responsabilità verso gli ex vertici sia per BpVi che per Veneto Banca. Si sta lavorando in maniera decisa anche sul taglio dei costi e sulla vendita delle sofferenze, partita scottante perché potrebbe portare anche a un aumento di capitale per Vicenza. Quello che conta per Atlante è avviare il percorso di risanamento di due istituti. In quest’ottica non viene esclusa una fusione, ma potrebbe arrivare solo dopo aver avviato decisamente tutti i tavoli di lavoro. E in questa fase, si fa notare da fonti accreditate, non si può chiedere troppo ai manager, Neanche Marchionne in tre mesi ha risanato Fiat, si fa notare.

Il sindacato poi smentisce decisamente l’eccesso di manodopera nelle banche italiane. Secondo la Fisac Cgil i dipendenti sono passati in Italia dai 316.360 del 2011 ai 298.575 del 2015; in Germania con 646.400 siamo a oltre il doppio (ma con il 25% di abitanti in più); la Spagna, che pure ha avuto un maggior calo di dipendenti, vanta ancora un rapporto abitanti/lavoratori bancari del 15% più elevato.

Si prospettano intanto tempi più rapidi per la cessione delle quattro good bank Nuova Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara. Ubi viene ormai ritenuta sempre più interessata a Nuova Banca Marche, nell'ambito di una possibile acquisizione fino anche a tre delle quattro banche. E in lizza ci sarebbe anche Bper, che potrebbe dunque defilarsi dalla partita per Veneto Banca.

Se l’Italia bancaria piange, di certo la Germania non ride. Dopo Deutsche Bank, nelle ultime ore è stato l'altro grande istituto di credito tedesco Commerzbank a finire nel mirino: possibile taglio di 9mila posti di lavoro e rinuncia al dividendo.
Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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