Erika, una vita da precaria: «Ma quello che cerco non è il posto fisso...»

Giovedì 22 Giugno 2017 di Lara Zani
Erika Tissino
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PORDENONE - Solo qualche giorno fa era a Lugano, a presentare i risultati del gruppo di lavoro italo - americano coordinato dal Cro di Aviano sulle cellule di leucemia linfatica. Martedì, invece, al fianco di oltre cento colleghi del Centro di riferimento oncologico della Pedemontana (e ad altri 3.500 degli istituti di ricerca italiani) era a chiedere un piano di stabilizzazione per i precari degli Irccs che dia una dignità al loro lavoro e un futuro alla ricerca. Erika Tissino è una di loro: 31 anni e una borsa di studio nel settore dell'oncoematologia clinica e sperimentale che scadrà ad agosto, mettendo a rischio il futuro del progetto a cui sta lavorando con altri colleghi. Quello a cui aspirano, chiarisce, non è un posto fisso nella ricerca. Il tempo indeterminato - spiega - per noi non esiste, neanche all'estero, perché andrebbe a discapito della competitività e dell'eccellenza, tarperebbe le ali alle ambizioni. Chiediamo semplicemente più dignità per il nostro lavoro, il rispetto di diritti come la malattia e la maternità e contratti che ci diano una prospettiva temporale di qualche anno. Pordenonese, diploma al liceo Grigoletti, Erika Tissino ha studiato Biotecnologie mediche: un anno all'Università di Udine e poi Trieste, dove ha conseguito la laurea specialistica...
 
 
Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 14:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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