Covid, come si fa un buon tampone? Il test è corretto quando il bastoncino provoca lacrimazione

Lunedì 18 Luglio 2022
Covid, come si fa un buon tampone? Il test è corretto quando il bastoncino provoca lacrimazione
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Sarò andato a cercare fino al punto giusto? Se non sento dolore o non avverto fastidio, avrò fatto tutto nel modo corretto? Sono queste le domande che vengono spontanee dopo aver eseguito un tampone fai da te. E il concetto vale allo stesso modo se ad aiutare il soggetto da testare è una seconda persona, il più delle volte non esperta in materia. Sì, perché fare un test contro il Covid non è per tutti. Alla base c'è una tecnica che non nasce con la pandemia, ma che viene insegnata in ambito sanitario per ricercare altri virus o patogeni di diversa natura. Ecco perché spesso l'affidabilità di un risultato emerso grazie a un tampone fai da te viene giudicata molto più bassa da chi se ne intende. È perché spesso si sbaglia semplicemente il movimento, vanificando sforzi e buona volontà. Come si fa, quindi, un buon tampone anti-Covid? Lo spiegano sempre i farmacisti, che in due anni hanno preso la mano esattamente come i sanitari degli ospedali.

«La complessità dell'esecuzione di un tampone - spiega Luca Degrassi, farmacista di Udine - è il motivo principale per il quale consigliamo sempre di fare sempre un monitoraggio ufficiale con una persona competente.

C'è una variabilità molto alta dovuta alla metodica applicata». Insomma, sbagliare è più facile di quanto si pensi. Non basta inserire il bastoncino nelle due narici per avere un risultato credibile. «Ci sono diverse tecniche - prosegue l'esperto - e quella migliore è certamente rappresentata dall'indagine naso-faringea». Quindi spazio alle lacrime, perché per un buon test bisogna «andare fino in fondo», accedendo al piccolo canale che collega la narice alla faringe. Ed è per questo che il tampone è chiamato naso-faringeo. Altrimenti non avrebbe senso nemmeno il nome. «Proprio in corrispondenza di quel canale - illustra ancora Degrassi - si trova un'area che presenta le condizioni più favorevoli alla sopravvivenza dei virus, quindi anche di quello che causa il Covid. È una zona meno esposta ai condizionamenti provenienti dall'esterno». Per fare un esempio, una narice è soggetta agli stimoli molto più frequentemente rispetto a ciò che avviene nella faringe. Si pensi soltanto ad uno starnuto oppure alla classica soffiata di naso. «Tutte azioni che possono alterare la presenza del virus che si vuole cercare con un tampone», è l'avvertimento dell'esperto. Una delle paure principali di chi deve sottoporsi a un test contro il Covid è rappresentata dal rischio di provare dolore. «Ma se fatto nel modo giusto - conclude Degrassi - anche un tampone naso-faringeo non provoca alcun dolore. Molto più rischioso, invece, provare ad arrangiarsi non avendo alcuna competenza in materia». Non solo si rischia di provare il dolore, ma si aumenta in modo esponenziale la probabilità di ritrovarsi con un risultato lontanissimo dalla verità. M.A.

Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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