PORDENONE - C'è una via d'uscita per permettere di "salvare" il comparto di Radiologia dell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
LA SVOLTA
Quello che già succede a Maniago in altri ospedali più periferici della provincia di Pordenone, può accadere anche in città, cioè nel principale polo medico del Friuli Occidentale. La direzione è ormai decisa, bisognerà solamente vedere come percorrere la strada. E in che tempi. «La speranza - ha detto a chiare lettere il direttore generale dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, Giuseppe Tonutti - è quella di togliere il lavoro gravoso che i radiologi compiono quotidianamente in orario notturno nel comparto dell'urgenza». In orario notturno - va aggiunto - e durante i festivi. «Questo risultato - ha proseguito sempre il responsabile dell'Azienda sanitaria del Pordenonese - lo si raggiunge appaltando l'urgenza di Pordenone». Quindi esternalizzandola, trovando cioè sul mercato i professionisti che la possono garantire.
GLI EFFETTI
Come detto, la soluzione potrà far discutere. Il punto è che l'ospedale di Pordenone su questo tema è arrivato a una specie di punto di non ritorno. E la situazione non è così diversa da quella che si vive in altre strutture sanitaria del territorio e oltre. Di radiologi, infatti, in graduatoria non se ne trovano praticamente più. E ricostituire una squadra in grado di garantire lo smaltimento del lavoro in reparto sembra un'impresa impossibile. Sgravando gli addetti dal comparto dell'urgenza, invece, si possono recuperare risorse da assegnare sia alla Senologia (oggi può contare solamente sulla dottoressa Specogna) che alla Radiologia in genere.
IL QUADRO
L'ultima volta non sono bastati nemmeno venti euro in più l'ora. L'AsFo non riesce proprio a reperire i professionisti radiologi che le servirebbero. Anche il secondo bando, indetto dopo il primo che era andato completamente deserto, era finito infatti con un nulla di fatto. Non ci sono radiologi disposti ad accettare un incarico . «Trieste, nella nostra regione, rappresenta spesso la prima scelta, mentre i professionisti veneti è molto difficile che si spostino», aveva sentenziato il direttore generale dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, Giuseppe Tonutti. Nel dettaglio, il primo bando stabiliva un compenso di 60 euro l'ora. Si pensava che l'innalzamento del tetto avrebbe attratto il personale necessario, e invece nemmeno la quota alzata fino ad ottanta euro l'ora è servita a completare con successo l'operazione. Non è solamente il Pronto soccorso di Pordenone, a ricercare personale con una certa urgenza. L'emergenza toccava anche lo stesso reparto dell'ospedale di Spilimbergo, dove mancavano addetti. Il dg Tonutti ha affermato di ricercare professionisti anche per quel polo d'urgenza. Certo è che la situazione della Radiologia di Pordenone è quella che "chiama" una soluzione in tempi molto più brevi.