Maestra insultata su Facebook
L'«amico» finisce a processo

Giovedì 5 Maggio 2016
Maestra insultata su Facebook L'«amico» finisce a processo
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PORDENONE - Un post su Facebook scatena il dibattito e tra i tanti commenti qualcuno, come spesso accade, finisce in un capo di imputazione. I processi per diffamazione aggravata dal mezzo pubblicitario (in questo caso i social network) cominciano a farsi sempre più numerosi. A difendersi questa volta sarà Renato Costalonga, un quarantottenne sacilese chiamato in causa da un’"amica di Facebook" per alcuni commenti datati 27 novembre 2013, difeso dall’avvocato Federica Doni. Ieri la vittima si è costituita parte civile con lo studio Coden, il giudice Rodolfo Piccin ha ammesso prove e liste testimoniali, dopodichè ha rinviato l’udienza a fine maggio per cominciare l’istruttoria dibattimentale.
La vittima è un’insegnante sacilese che tre anni fa, contrariata dai toni di un colloquio, aveva scritto il seguente messaggio: «Questa sera qualcuno mi ha detto che le donne servono solo ad avere figli... quindi siamo un contenitore per sfornare figli... per me questi uomini non servono a un benemerito fico secco!!!». Tutti gli amici avevano letto la frase. Avrebbe potuto leggerla anche chi non aveva ottenuto l’amicizia, perchè il profilo Facebook della donna è pubblico, chiunque può visitarlo. Tra i vari commenti si leggono anche quelli di Costalonga. Non condivide quanto "postato" dall’insegnante, gli scappa un insulto pesante e nel far presente che la titolare del profilo ha mal interpretato un suo pensiero, si lascia andare a un commento sulla sua attività lavorativa: «.. bisogna stare attenti a non mandare i figli da questo genere di maestre perchè insegnano una falsa educazione e una falsa visione della natura, oltre a non avere alcuna delicatezza femminile». Qualcuno interviene in difesa dell’insegnante, ma non è sufficiente a quietare le acque e scatta la denuncia ora sfociata in un processo per presunta diffamazione.
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