Guerra al rumore in centro, "Micco's bar" sequestrato. La titolare: «Umiliata, come tutelo le mie dipendenti?»

Giovedì 25 Agosto 2022 di Marco Agrusti
La polizia locale mette i sigilli al Micco's bar di Pordenone: troppo rumore nelle serate
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PORDENONE - Il ritorno della guerra tra il popolo del silenzio e i locali pubblici del centro storico torna prepotentemente e questa volta lo fa a colpi di denunce, sfociate ieri in una chiusura-lampo che - quella sì - di rumore ne ha fatto tanto. Attorno alle 17, infatti, gli agenti della polizia locale hanno fatto scattare i sigilli al Micco's Bar di corso Vittorio Emanuele. Uno dei ritrovi preferiti dai giovani della città.
La chiusura è scattata in esecuzione di un'ordinanza di sequestro preventivo firmata dal Gip di Pordenone Rodolfo Piccin accogliendo la richiesta della Procura. Ed è avvenuta sotto gli occhi della titolare - Lucia Micco - e delle sue dipendenti, nonché di un corso Vittorio pieno di gente. La titolare stessa ha ora la possibilità di chiedere il dissequestro con prescrizione.

Possibilità che sarà percorsa immediatamente. Potrà eventualmente riaprire, a patto però di rispettare alcune regole ulteriori.

LE CAUSE
Perché si è arrivati a questa escalation? La guerra al rumore da parte di alcuni residenti del centro storico non è nuova. E anche nel caso del Micco's si trascina da tempo, fatta di proteste, segnalazioni e infine di denunce vere e proprie. Alcuni residenti si sono lamentati per il volume della musica, altri per i clienti poco rispettosi che avrebbero - secondo l'accusa - anche danneggiato proprietà private. Ma nella schiera dei contrari c'è anche una negoziante, la cui vetrina si trova a pochi passi dal bar. Nel mirino c'è il clima di festa che anima il locale durante le serate. Infine il dettaglio tecnico che ha fatto la differenza: il locale, secondo le rilevazioni della polizia locale, ha superato i limiti di propagazione sonora.

LA REAZIONE
«Sono distrutta, mi sento umiliata - ha detto Lucia Micco, molto conosciuta -. Non abbiamo mai tenuto aperto oltre l'orario e non abbiamo un impianto di amplificazione nel nostro locale. Sono stata tra le prima ad ingaggiare gli addetti alla sicurezza per monitorare il bar nelle ore serali». Secondo quanto si apprende, la donna avrebbe proposto anche di pagare i lavori di insonorizzazione ai vicini. Ma non c'è stato nulla da fare. «Avendo una clientela molto giovane - ha aggiunto - mi ero premurata di instaurare un dialogo con le forze dell'ordine. Ora sono solamente perplessa. Ci alziamo tutti i giorni all'alba per lavorare, ho delle dipendenti. Ora come farò a curarmi di loro? Non vivono tutte con i genitori...».

Ultimo aggiornamento: 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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