Inizia il processo a Giosuè Ruotolo
L'accusa: «Nuovi indizi schiaccianti»

Lunedì 10 Ottobre 2016
Inizia il processo a Giosuè Ruotolo L'accusa: «Nuovi indizi schiaccianti»
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PORDENONE - Questa mattina comincia il processo in Corte di Assise, a Udine, a carico di Giosuè Ruotolo, il militare campano di 27 anni accusato di aver ucciso a Pordenone i fidanzati Trifone Ragone (28 anni) e Teresa Costanza (30), fuori dal Palazzetto dello sport, nel marzo 2015.

 Ruotolo, che è arrivato intorno alle 9 in Tribunale, a Udine, sarà presente all'udienza. Poco dopo sono arrivati anche i genitori di Teresa Costanza e il fratello di Trifone Ragone. Giosuè Ruotolo è entrato in aula vestito con un completo scuro, giacca e pantalone, sopra un maglioncino scuro. Si è seduto al fianco dei suoi avvocati, Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, di fronte alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Angelica Di silvestre (a latere Paolo Alessio Vernì) e la giuria popolare. Ruotolo ha chiesto di non essere ripreso da fotografi e telecamere.

Il legale di Ragone. «La posizione di Ruotolo si aggrava. A seguito di una complessa attività di indagine integrativa degli investigatori da poco depositata, nuovi e pesantissimi indizi schiacciano alla sua responsabilità il militare in carcere a Belluno. Si ha ormai la certezza che i messaggi "molesti" verso Teresa siano stati inviati da postazioni appartenenti alla caserma dove lavorava Giosuè che, nei giorni in cui sono stati inviati, si trovava a lavoro». Lo sostiene l'avv. Nicodemo Gentile, che assiste Gianni Ragone, fratello di Trifone - una delle due vittime del duplice omicidio di Pordenone - che ha rilasciato una dichiarazione poco prima dell'udienza del processo al militare, che comincia oggi in Corte di Assise a Udine. «Il cerchio si chiude intorno all'imputato che farebbe bene a confessare visto che ormai tutto porta verso la sua colpevolezza.

Manca solo scoprire dove e quando si è procurato la pistola e poi per il resto ormai tutto e chiaro» conclude il legale, che ha rivolto «complimenti agli investigatori e alla Procura di Pordenone per la qualità e serietà del loro lavoro». 
 
 

La Corte d'Assise di Udine ha respinto la richiesta di citazione del ministero della Difesa come responsabile civile nel processo, cominciato oggi in Corte Assise, a Udine, a carico di Giosuè Ruotolo, il militare campano di 27 anni accusato di aver ucciso i fidanzati Trifone Ragone (28 anni), pugliese, e Teresa Costanza (30), siciliana, fuori dal Palazzetto dello sport di Pordenone, il 17 marzo 2015. La decisione è stata presa dopo una breve camera di consiglio in quanto «da quanto emerge dal capo di imputazione l'omicidio è avvenuto in orario serale e non ci sono evidenze che siano stati utilizzati mezzi di proprietà della pubblica amministrazione». Per la Corte, la citazione «estenderebbe in maniera impropria la responsabilità civile». L'udienza è dunque ricominciata con le questioni preliminari delle parti.

La Corte d'assise di Udine ha aperto il processo dopo aver accolto quasi integralmente le eccezioni preliminari formulate dalla difesa di Ruotolo, per eliminare dal fascicolo del dibattimento alcuni documenti o atti ripetibili, tra cui le risorse video e i dvd di simulazione dei percorsi, fatte dai Carabinieri. Il dibattimento è partito con la richiesta di ammissione delle prove delle parti. Oltre alle liste testimoniali, i pubblici ministeri hanno chiesto l'esame dell'imputato e una perizia di trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali, su cui la difesa ha fatto riserva di ammissibilità delle stesse dopo averle potute visionare.
 

Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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