Minori nella spirale del web
a luci rosse: il 40% posta foto osé

Lunedì 2 Maggio 2016 di Lorenzo Padovan
Minori nella spirale del web a luci rosse: il 40% posta foto osé
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PORDENONE - «Il caso della studentessa che ha mostrato il seno all'amica e le cui immagini spopolano nel Web è tutt'altro che isolato e, anzi, in provincia di Pordenone ricevo continue segnalazioni di episodi di Sexting, cioè di distribuzione di foto e video hot autoprodotti che riguardano minori». A riferirlo è un esperto del settore, Matteo Giordano, media educator che da anni va nelle scuole cercare di spiegare quali sono i rischi della "rete".

«Uno studio di Save the children del 2015 - ricorda - evidenzia che in Italia il 40% dei ragazzi tra i 12 e 17 anni mette on line le proprie nudità. Una percentuale che ritengo sia applicabile anche al nostro territorio: dagli incontri locali esce come una cosa naturale che le ragazzine mandino immagini in lingerie agli amici. A noi adulti spetta il compito di capire perché ciò accada: probabilmente hanno introiettato una visione del corpo che è sbagliata, situazione che deriva molto spesso dai messaggi che ricevono dai media e pure dalla famiglia».

L'altro aspetto che preoccupa gli esperti è quello relativo all'autolesionismo, pratica in costante crescita: «Esistono dei tutorial che spiegano come bruciarti o come tagliarti - ammonisce Giordano - provocando derive allarmanti per contrastare le quali bisogna correre ai ripari, passare all'educazione, l'unica strategia che può risultare vincente o almeno arginare un fenomeno che sta raggiungendo picchi inimmaginabili, con l'età media che si sta progressivamente abbassando: come per il Sexting, sempre di più riguarda anche studenti delle scuole medie».

Fondamentale l'azione di contrasto che mira a fornire ai ragazzi consapevolezza circa i rischi che si corrono durante la "navigazione". «L'approccio è piuttosto diverso da quello comunque meritorio della Polizia Postale e degli psicologi - precisa Giordano - Con attività, laboratori, video e discussioni in classe cerchiamo di rendere partecipi i discenti facendo nascere uno spirito critico nei confronti delle nuove tecnologie, che loro frequentano tutto il giorno e che nascondono tante insidie senza che loro se ne rendano conto».

Contestualmente vengono organizzati incontri coi genitori per fargli capire qual è il mondo dei figli, nel quale non solo giocano, ma sviluppano molte delle loro relazioni affettive e sentimentali. Un'offensiva informativa che ha subito un'impennata dopo i recenti casi di cyber bullismo e che riguarda pure l'aggiornamento degli insegnanti, «ai quali hanno riempito le aule di Lim (lavagne interattive multimediali) - concluso il media educator -, senza fornire loro altrettante competenze digitali, mondo nel quale sono degli "immigrati". Le nuove norme pensionistiche, inoltre, proporranno docenti di 66 anni che insegnano ai bambini di 6, un gap generazionale quasi impossibile da colmare».
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