Impronta su un proiettile. La difesa:
«Portebbe scagionare Ruotolo»

Sabato 30 Gennaio 2016 di Cristina Antonutti
Giosuè Ruotolo con la fidanzata Rosaria
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PORDENONE - L’avvocato Roberto Rigoni Stern che difende Giosuè Ruotolo riflette su alcuni elementi riscontrati nei laboratori del Ris di Parma. C’è, ad esempio, il proiettile recuperato nella pistola rimasta in acqua sei mesi dopo il delitto. È stata individuata un’impronta, ma non è utilizzabile perché la legge prevede che, per una comparazione, servono 16 punti di confronto. «Che cosa succederebbe - osserva il legale di Giosuè Ruotolo, il ventiseienne sospettato del delitto - se l’impronta trovata fosse parzialmente leggibile e i 5 o 6 punti punti di confronto non fossero riconducibili a Giosuè? Ripeto, non c’è prova materiale del fatto». Insomma, se la semiautomatica Beretta 7,65 ritrovata nel laghetto del parco di San Valentino lo scorso settembre non verrà collegata a Ruotolo, il processo resterà indiziario...
 
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