Fuori gli estremisti dal centro islamico: "spiati" i nuovi fedeli

Venerdì 6 Luglio 2018 di Marco Agrusti
Il centro islamico della Comina a Pordenone
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PORDENONE La lotta contro le contaminazioni del fondamentalismo nella comunità islamica pordenonese, una delle più folte e rappresentative di tutto il Nord-est, inizia in “famiglia”. Il Centro islamico fa scuola: al suo interno sono state istituite due figure che dipendono direttamente dall’Imam e che hanno il compito gravoso di essere allo stesso tempo l’occhio e l’orecchio della comunità.  Sono un cittadino marocchino e un rappresentante della minoranza ghanese, e ogni giorno accumulano dati e informazioni come due veri agenti segreti. L’obiettivo è quello di conoscere la gamma più vasta di informazioni su tutti i fedeli che frequentano - giornalmente o di rado - il Centro islamico della Comina. E l’attività di “spionaggio” inizia già su internet, dove qualsiasi nuovo arrivo che muove i suoi primi passi nella comunità è passato ai raggi X. 
TASK FORCE
Il marocchino Tilali Abdellah è in Italia dal 1988. Ha una moglie e quattro figli. Ha scelto di dedicare buona parte delle sue giornate al compito che gli è stato assegnato: vigilare sulle presenze che affollano il Centro islamico di Pordenone e allontanare qualsiasi rischio legato alle possibili infiltrazioni di elementi vicini all’estremismo islamico e alla Jihad. Tilali, assistito dal collega ghanese, monitora tutto. Si focalizza soprattutto sui nuovi arrivati che si avvicinano per la prima volta al Centro islamico della Comina. Il va e vieni dei cittadini stranieri, che scelgono Pordenone per motivi di lavoro, costringe il sistema di sicurezza intero alla struttura a una dose massiccia di lavoro. Il monitoraggio silenzioso interessa tutti gli ambiti della vita di comunità: i due responsabili della sicurezza puntano a carpire tutte le informazioni riguardanti un particolare profilo. Si individua la provenienza, si scandaglia la storia personale di ognuno, ma l’attività si spinge anche più lontano. Sotto gli occhi dei due controllori, infatti, ci sono anche i momenti di preghiera. La liturgia del culto musulmano, recitata in autonomia dai fedeli, è valutata proprio dai due addetti alla sicurezza. Si punta così ad evitare che all’interno della professione di fede si possano nascondere messaggi dannosi sia per la comunità islamica che per il mondo esterno alla stessa. E ovviamente tutta l’attività si svolge con il costante supporto delle forze dell’ordine locali, che da tempo tengono gli occhi aperti sul capannone della Comina. Il sito è infatti nella lista dei punti sensibili stilata dalla Prefettura di Pordenone. «Controlliamo anche i flussi di denaro - spiega Tilali Abdellah - per controllare che non siano dirottati altrove. Le somme servono alla comunità pordenonese e devono restare qui. Esiste anche un sistema di videosorveglianza. E’ dotato di molte telecamere e in occasione di ogni evento particolare passiamo in rassegna le immagini registrate. Il controllo è costante e puntiglioso, anche per evitare disordini». E l’intelligence non risparmia nessuno, perché anche l’imam, la massima autorità religiosa in una singola comunità islamica, subisce gli stessi controlli a cui sono sottoposti gli altri fedeli. Così Il Centro della Comina prova a difendersi dalle infiltrazioni, dopo che anni fa assistette al passaggio di Bilal Bosnic, riconosciuto poi come il reclutatore dello Stato islamico nel Balcani. L’imam egiziano, che nulla ha a che fare con il gruppo dei Fratelli musulmani, ha impresso invece un deciso cambio di rotta, puntando sulla massima trasparenza.
I LAVORI 
La comunità musulmana pordenonese però deve pensare anche a mandare avanti l’attività ordinaria. Circa due mesi fa, come ha confermato l’imam, è stato estinto il mutuo relativo al capannone in Comina. Ora l’associazione culturale può guardare al futuro con meno preoccupazioni. A breve, come confermano i vertici della comunità, si procederà al rifacimento del tetto della struttura, mentre è allo studio anche l’installazione di pannelli fotovoltaici per l’alimentazione dell’edificio. 
Marco Agrusti
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Ultimo aggiornamento: 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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