PORDENONE - La pazza primavera di questo 2021 sta mettendo in ginocchio il settore dell’apicoltura. Prima le gelate di inizio aprile, poi le piogge, le grandinate e le basse temperature - rispetto alla media di stagione - del mese di maggio rischiano di compromettere quasi l’intera produzione di miele di questa parte di stagione. L’allarme - per un settore che nel Friuli occidentale conta oltre 8.600 alveari, circa 720 apiari e un Consorzio con oltre quattrocento soci - è lanciato dalla Coldiretti provinciale. «Le condizioni meteo anomale per la primavera e l’instabilità del tempo che sta proseguendo - spiega l’associazione dell’agricoltura - anche in questa fine di maggio hanno ormai compromesso definitivamente i tre quarti della produzione dei mesi primaverili. Ora per recuperare in parte la stagione si spera nella seconda produzione, quella che avviene anche nelle aree pedemontane e montane nei mesi di giugno e luglio». Nei prossimi mesi nelle bancarelle dei mercati agricoli e negli scaffali dei supermercati sarà più difficile trovare il miele dell’ultima stagione.
METEO PAZZO
E dire che fino a inizio aprile le condizioni sembravano favorevoli a un’annata molto buona. «L’annata era cominciata con buone prospettive - spiega Elia Infanti, trentenne apicoltore titolare di un’azienda agricola a Sesto al Reghena oltre che presidente del Consorzio Apicoltori Pordenone -: famiglie di api numerose e fioriture che fino a quel momento promettevano ottimi risultati. Poi però tutto è cambiato». Il 6, 7 e 8 aprile si sono verificate le super-gelate fuori stagione. Le temperature scese bruscamente sotto lo zero hanno interrotto la fioritura del tarassaco e causato pesantissimi danni ai ciliegi e all’acacia, essenze basilari per la produzione del miele. «Il successivo clima instabile - spiega ancora il giovane Elia Infanti, una passione per gli alveari sin da piccolo e un diploma di perito agrario alla scuola di Spilimbergo prima di avviare la sua azienda nel paese dell’Abbazia - con grandinate e piogge per buona parte del mese di maggio ha peggiorato ulteriormente la situazione». Risultato: di fatto azzerata la produzione del miele di acacia e rischia di essere compromessa, a causa dei danni alla fioritura dell’acero montano, anche la produzione del miele collinare.
ALVEARI “CONGELATI”
Il gelo ha distrutto le fioriture primaverili.