Travolta all'uscita dal lavoro, il legale si oppone all'archiviazione: «Carenze sulla ricostruzione della dinamica»

Secondo la perizia del Pm non ci sono responsabilità per l'autista del furgone

Mercoledì 22 Febbraio 2023 di C.A.
Travolta all'uscita dal lavoro, il legale si oppone all'archiviazione: «Carenze sulla ricostruzione della dinamica»

AZZANO - Ilaria Candido, trentenne di Azzano, morì dopo essere stata travolta da un furgone all'uscita dal lavoro. I medici tentarono il possibile per salvarla e, quando anche l'ultima delle speranze si spense, la famiglia acconsentì alla donazione degli organi, un gesto che ha permesso a molte persone di avere una vita migliore. Il capitolo penale è ancora aperto: la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura si è scontrata con un'opposizione del legale che tutela la famiglia della vittima, l'avvocato Andrea Cabibbo.

Il caso è stato discusso nell'udienza preliminare del gup Monica Biasutti, il cui pronunciamento è atteso nei prossimi giorni. Alla guida del furgone c'era N.S., 66enne di Brugnera difeso dagli avvocati Michele Pegolo e Mattia Callegaro, indagato sin dall'inizio degli accertamenti per l'ipotesi di omicidio stradale. La perizia disposta dalla Procura non ha rilevato responsabilità a suo carico. Nessuno rilievo alla condotta tenuta alla guida: si è sarebbe trovato improvvisamente davanti la giovane, che attraversava in un punto in cui non c'erano le strisce, senza riuscire a evitarla.


L'OPPOSIZIONE
L'avvocato Cabibbo non ci sta ed evidenzia carenze sulla ricostruzione della dinamica. «Il telefonino dell'autista - afferma - non è stato sequestrato per verificare eventuali distrazioni alla guida, non ci sono elementi che possano stabilire la velocità del furgone e agli atti, a nostro avviso, mancano alcune testimonianze». Il legale, precisando di non avere «alcun intento afflittivo nei confronti dell'autista», chiede ulteriori accertamenti sulla velocità del furgone, la direzione da cui proveniva, il telefono cellulare e su alcune testimonianze. Al gip ha anche ricordato che dopo la tragedia furono acquisiti frammenti di immagini tratte dall'impianto di videosorveglianza di una lavanderia, insufficienti per poter avere una ricostruzione complessiva.


L'INVESTIMENTO
La giovane donna era stata investita in viale Rimembranze, vicino alle scuole elementari e alla lavanderia. Aveva appena finito di lavorare al supermercato Despar e stava rientrando a casa. L'asfalto era stato rifatto da qualche settimana e l'attraversamento pedonale era stato spostato di una quarantina di metri. Forse, per abitudine, ha attraversato nel punto in cui precedentemente c'erano le strisce. L'impatto era stato molto violento, tale da causare il gravissimo trauma cranico che l'ha portata alla morte. Ilaria Candido, che viveva con i genitori e aveva una sorella, lavorava come part time al Despar da 15 anni. Si occupava della sistemazione della merce negli scaffali. Il lavoro le piaceva, aveva una parola gentile per tutti e i clienti le volevano molto bene.

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