​Le sanzioni contro la Russia fanno volare il vino friulano, esportazioni triplicate: Pordenone è la regina

La guerra ha avuto l'effetto opposto rispetto a quello che si preventivava. Da tre milioni si è passati a più di otto nel 2022

Sabato 22 Aprile 2023 di Marco Agrusti
Vino friulano in Russia, esportazioni triplicate: Pordenone è la regina

PORDENONE - Quello che succede, è bene chiarirlo, al momento è tutto legale. La pioggia di sanzioni che dall’inizio della guerra in Ucraina ha colpito la Russia non ha toccato - almeno fino ad oggi - il comparto del vino. Se non in minima parte, dal momento che il sistema sanzionatorio messo in piedi dall’Unione europea proibisce - testi alla mano - l’esportazione di alcolici definiti di lusso.

Ma non è questo il caso. Sta di fatto, però, che in un contesto drammatico come quello fatto nascere dall’aggressione russa del febbraio 2022, c’è un mercato che per il Friuli Venezia Giulia non si è ridotto. Anzi, è cresciuto più che in passato. È quello dell’export di bevande e prodotti simili verso la Federazione Russa. E il vino in questo contesto la fa da padrone.


I NUMERI
Alla Russia di Vladimir Putin piacciono sempre di più le bottiglie che nascono a Nordest. Lo ha certificato ufficialmente una ricerca della Coldiretti presentata in pompa magna a Vinitaly. Il dettaglio sulla situazione in Friuli Venezia Giulia, invece, è fornito dall’Ires, che ha rielaborato al microscopio i numeri catalogati dall’Istat. Si viene così a scoprire che l’export dell’agroalimentare friulano (vino in testa) non solo non si è contratto per effetto della guerra in Ucraina, ma che anzi il settore è in piena espansione. E in questo caso non si parla nemmeno delle ormai famigerate e famose triangolazioni, cioè delle vendite in Russia attraverso degli intermediari con ragione sociale in Paesi non toccati dalle sanzioni dell’Unioni europea. Qui si parla proprio di export diretto tra Trieste e Mosca. E i dati sono riferiti all’anno 2022, quasi interamente segnato dalle ostilità tra la Russia di Putin e l’aggredita Ucraina. 
I numeri non mentono. L’anno scorso il Friuli Venezia Giulia ha esportato in Russia oltre otto milioni di euro alla voce bevande. In questa categoria, come spiega il ricercatore dell’Ires Alessandro Russo, sono compresi il vino, la birra e le bevande analcoliche. Ma è il vino a caratterizzare oltre l’80 per cento del paniere. Per fare un raffronto, nel 2021 la quota friulana dell’export verso la Russia superava di poco i tre milioni di euro. Un giro d’affari che numeri alla mano risulta quindi praticamente triplicato nonostante la guerra e il clima influenzato dalle sanzioni internazionali contro Vladimir Putin e l’economia del suo Paese. 


IL QUADRO
Che vino si esporta in Russia? Principalmente le bollicine che non rientrano nella categoria del lusso, che resta vietata in base al sistema sanzionatorio comunitario. E quella del vino non è nemmeno l’unica voce che secondo Ires e Istat ha fatto registrare un segno positivo nell’anno dell’attacco militare di Putin contro l’Ucraina. In crescita, rispetto al 2021, anche le macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili, passate da 6,3 a 8,4 milioni di euro. Leggera decrescita, ma su numeri sempre molto elevati, per quanto riguarda le macchine di impiego generale, che passano da 13 a 12 milioni di euro. Un mercato che secondo le rilevazioni ufficiali ha risentito quindi pochissimo delle sanzioni verso la Russia.

 
LE PERCENTUALI
Tradotto in quote percentuali, il vino fa davvero la parte del leone nel paniere dell’export friulano che finisce sulle tavole (in questo caso davvero) della Russia di Putin. In soli due anni, cioè nell’intervallo di tempo tra il 2020 e il 2022, infatti, le bevande sono passate dallo 0,8 al 5,8 per cento dell’export totale. Una quota, quindi, quasi quintuplicata se si parla della “torta” generale. È precipitato invece l’export che riguarda il settore del mobile, e in questo caso ad essere maggiormente penalizzata è notoriamente la provincia di Pordenone, votata al legno come sua principale eccellenza da esportazione. La quota è passata dal 19,3 al 15,6 per cento. 
Infine i dati provinciali: il territorio che esporta più vino e bevande in Russia è quello pordenonese, con oltre 6 milioni di euro nel 2022. Seguono la provincia di Udine con quasi due milioni di euro e i territori di Gorizia e Trieste con valori che si possono considerare quasi residuali. 

Ultimo aggiornamento: 18:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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