Friuli Venezia Giulia, la conta dei danni per la furia del ciclone: frane, allagamenti, alberi abbattuti, blackout e paesi isolati

Sabato 4 Novembre 2023
A sinistra il Noncello, a destra la frana a Castelnovo del Friuli

PORDENONE/UDINE - Strade invase da torrenti di fango. Case, garage e scantinati allagati. Frane, strade interrotte, alberi abbattuti dalla forza del vento, blackout, paesi temporaneamente isolati. Ma anche la paura per le piene dei fiumi, del Tagliamento in particolare, che ha portato il sindaco di Latisana a richiedere di rivedere i parametri dell'idrometro di Venzone in base ai quali scatta il piano di emergenza. Un bilancio pesante ma fortunatamente meno critico di quello che ci si sarebbe aspettati vista l'allerta rossa e i paragoni con Vaia.

LA MONTAGNA

Sono stati i paesi di Trasaghis, Ragogna, Forgaria, la Val Resia e la Conca tolmezzina le zone più colpite dalle abbondanti precipitazioni della notte tra giovedì e venerdì. Sono caduti in 12 ore oltre 300 millimetri d'acqua con raffiche di vento a 162 chilometri l'ora in montagna, e fino a 90 sulla costa.

La paura più forte l'hanno vissuta i residenti della frazione di Avasinis di Trasaghis, con l'acqua uscita dai rii circostanti che ha invaso fino ad un metro le abitazioni; stessa situazione vissuta anche nella vicina Alesso dove ha tracimato il Palar, così come a Somplago.

A Tolmezzo è tornata a far preoccupare la frana di Prà Castello mentre in Val Resia nuovo isolamento per 15 ore dell'intera vallata causa smottamenti. Solo nel pomeriggio di ieri l'arteria è stata riaperta. Frana "enorme" a Castelnovo del Friuli sulla strada provinciale che porta a Clauzetto. A segnalarla, Andrea Mocchiutti, geologo che lavora per la Regione. La scarpata a monte è di una ventina di metri, per un fronte di oltre cento metri. Ieri sera la strada è stata presidiata a monte e a valle; oggi verifiche più puntuali anche con lo scanner laser.

I FIUMI

Nove metri e 63 alle 12.30. Era dal 1996 che il Tagliamento a Latisana, non raggiungeva un simile livello. È stata una mattinata di preoccupazione e ansia nella Bassa friulana, già dalle 8 del mattino, quando l'idrometro segnava un metro in più rispetto a quanto previsto in base ai rilievi della notte all'idrometro di Venzone. Circostanza che ha spinto il sindaco Lanfranco Sette a diffondere un alert alla popolazione in cui si prospettava la possibilità di una richiesta di sgombero dei piani bassi. Nella notte la situazione sembrava tranquilla. Ci si attendeva una piena inferiore. Invece poi si è osservato che l'acqua continuava a salire oltre il preventivato più a valle, a Madrisio. Attorno alle 8.30 il comune ha pre-allertato i cittadini per un possibile ordine di evacuazione. Piazzati precauzionalmente sacchi di sabbia sui punti degli argini più esposti. Poi nel pomeriggio la riapertura ma il sindaco latisanese Lanfranco Sette alla luce di quanto accaduto ha chiesto che vengano rivisti i parametri dell'idrometro venzonese. A Pordenone si è rimasti vigili sia per il Noncello che per il Meduna che in parte sono usciti dargli argini ma senza provocare disagi, con l'emergenza per alcune richieste di sfollamento di residenti, poi rientrate. Segnalati blackout a Pordenone. Allagamenti nel bacino del Livenza, tra Prata e Pasiano.

LA COSTA

Mareggiate sul golfo di Trieste, con lo stop alla circolazione su viale Miramare e a Muggia, sulla litoranea verso Lazzaretto e in serata stop anche lungo la strada "Costiera". Danni per milioni di euro secondo l'amministrazione comunale triestina: «Non c'è un arredo che non sia stato rotto, non più una panchina rimasta così come era. Una devastazione assoluta che è durata questa mattina per tre ore», ha dichiarato l'assessore comunale alla Pianificazione Michele Babuder. Sono stati registrati «danni - spiega l'assessore - che non hanno nulla da paragonarsi alle centinaia di migliaia di euro di cui si parlava nei giorni scorsi» dopo una precedente ondata di maltempo. «Quello che è successo esula dall'ordinario».

Ultimo aggiornamento: 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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