La direzione del Cro risponde a Tirelli: «Nessuno lo ha messo alla porta. Sospensione attività per cause oggettive»

Mercoledì 3 Maggio 2023
La direzione del Cro risponde a Tirelli: «Nessuno lo ha messo alla porta. Sospensione attività per cause oggettive»

PORDENONE - In campo la direzione del Cro per controbattere alle dichiarazioni del professor Umberto Tirelli. «L'attacco del dottor Tirelli è stato accolto con sorpresa, proprio alla luce del ruolo che ha avuto per il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Va in primo luogo chiarito che non è stato messo alla porta. Dopo il suo pensionamento, nel gennaio 2017, gli era stato offerto l'incarico di Senior Visiting Scientist (ricercatore ospite, ndr), che ha ricoperto fino a tutto il 2019, prima che causa Covid la stessa venisse "congelata". La successiva sospensione dell'attività al Cro è legata, come per qualsiasi ricercatore, a fattori oggettivi: non c'era evidenza di pubblicazioni scientifiche sul filone di ricerca che si era impegnato a seguire. Il mantenimento della frequenza al Cro, inoltre, avrebbe in ogni caso riguardato ambiti scientifici, non essendo consentito ai Senior Visiting Scientist l'accesso ai reparti o, comunque, rapporti con i pazienti per motivi di carattere etico - medico - legale, ma anche per evitare situazioni di potenziale conflitto d'interesse nel caso in cui un professionista in quiescenza, in piena legittimità, eserciti attività privatamente».
La nota va avanti. «Il Centro non ha mai avuto "Primari emeriti" e da anni è stato valutato, unanimemente, di non istituire questa figura. Rispetto alla definizione di "primo ricercatore clinico del Nordest" c'è da dire che le valutazioni, a livello internazionale, variano notevolmente in base ai diversi indicatori bibliometrici e, in alcuni casi, il posizionamento è molto correlato alla età anagrafica dell'autore». «In merito, poi, ai suggerimenti sulla ricerca ("essere originali e cogliere le occasioni"), è bene precisare che il Ministero della Salute e altri enti che sostengono i nostri progetti, come Airc, rispetto all'attività dell'Ircss valutano unicamente le pubblicazioni attinenti al campo oncologico, dal quale esulano temi come la fibromialgia o la stanchezza cronica. La ricerca al Cro, in ogni caso, gode di buona salute: pochi giorni fa abbiamo ricordato i numeri delle pubblicazioni scientifiche, in aumento per quantità e Impact Factor dal 2014».
«Stupisce anche il riferimento alla patologia dei linfomi, in merito alla quale il Cro mantiene un ruolo leader nel panorama clinico - scientifico nazionale e internazionale.

Basti citare, ad esempio, l'adesione alla Fondazione Italiana Linfomi Ets, che ha riunito tutti i gruppi di ricerca sulla materia. Il nostro Centro fa parte del Comitato direttivo ed è inserito nell'Ufficio di Presidenza dell'Ente che, per due anni, è stato guidato proprio da un professionista del nostro Istituto. Quanto all'errata percezione di una scarsa attrattività di Aviano sui giovani medici e ricercatori, questa è smentita dall'età media del personale impegnato quotidianamente nell'assistenza e nella ricerca, compresi i responsabili di studi oncologici pubblicati su prestigiose riviste internazionali, ma anche il numero di specializzandi e dottorandi. L'istituto, poi, è da sempre all'avanguardia sulla medicina personalizzata, in termini di ricerca, attività clinica, pubblicazioni e Grant (con relativi fondi). Il Cro è in prima linea, essendo per lo più autonomo nelle applicazioni di test genomici e genetici, potendo assicurare un trasferimento puntuale delle più recenti innovazioni di laboratorio (come la biopsia liquida) alla pratica clinica. Tutto ciò grazie anche alla nutrita rete di collaborazioni nazionali e internazionali di cui il Cro fa parte e alla disponibilità di un'infrastruttura di livello molto avanzato, con laboratori costantemente monitorati e accreditati».

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