PORDENONE - «È come uscire da un lungo e terribile incubo», aveva commentato così - nel luglio dello scorso anno - la sua assoluzione dopo 17 anni. Alessandro Turchet, 56 anni, residente a Cordenons, si era visto prosciogliere ("per non aver commesso il fatto") dall’accusa di detenzione e spaccio di droga quasi 20 anni dopo l’arresto avvenuto a Pordenone nel 1998 nell’ambito di un’operazione della Procura di Catania. Ieri il legale del cordenonese, l’avvocato siciliano Giuseppe Lipera, ha inoltrato la richiesta di risarcimento danni alla Corte d’Appello di Messina. «Non vi è una cifra - ha commentato ieri l’avvocato, che già a luglio aveva annunciato l’istanza di risarcimento - che possa compensare 17 anni di dolore fisico e morale. 7.300 giorni - il legale lo ha scritto nella richiesta - vissuti drammaticamente. Riteniamo comunque equo considerare che le sofferenze patite, per altro come già acclarato ingiustamente, non possono essere inferiori a centomila euro, dovendo per forza di cose dare dare una terrena valutazione. Adesso è iniziata la riscossa».
L’istanza è stata avanzata sulla base della legge Pinto sulla ragionevole durata del processo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA L’istanza è stata avanzata sulla base della legge Pinto sulla ragionevole durata del processo.
La vicenda inizia il 9 marzo del 1998, quando l'uomo, allora 37enne, fu arrestato a Pordenone per un'ordinanza del Gip di Catania nell’ambito di un’operazione anti-droga. Il 2 aprile dello stesso anno il Tribunale del riesame annulla il provvedimento e lo scarcera. La Procura chiede il processo, e Turchet è condannato, in primo grado, a 4 anni e mezzo, ma in Appello a Catania, nel luglio scorso, viene assolto «per non avere commesso il fatto».