Superbonus, incognite su 400 condomini. Confartigianato Padova: «Servono subito correttivi»

Giovedì 4 Gennaio 2024 di Luisa Morbiato
Cantiere

PADOVA - Provvedimenti palliativi riguardo al Superbonus e una decisione netta e inattesa sul bonus "barriere architettoniche" al 75%: sono questi i provvedimenti, contenuti nel Decreto Legge, che preoccupano gli imprenditori artigiani padovani del comparto casa, impegnati su 400 condomini in provincia.

LA SITUAZIONE

«Confartigianato aveva chiesto, anche nei giorni scorsi, una proroga del Superbonus per i 400 condomini che attendono di essere terminati in provincia e invece ora le oltre 11.000 aziende del settore devono fare i conti anche con la brusca frenata del bonus 75% - esordisce il presidente Gianluca Dall'Aglio - le nostre richieste di estendere lo sfruttamento del Superbonus al 110% per i prossimi 3 mesi, necessari a completare i lavori nei condomini, non sono state accolte».
«La soluzione proposta dal Governo con questo decreto "salva spese" non è sufficiente ad evitare la moltitudine di problematiche che investiranno le nostre aziende coinvolte nei lavori. La soluzione di mantenere il 110% per opere per le quali si è optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito, su Sal effettuati fino al 31 dicembre 2023, anche in caso di mancata ultimazione dei lavori e di mancato raggiungimento dell'obiettivo "green" del salto delle due classi, è solo un palliativo a saldi invariati per lo Stato - continua - oltretutto, sarebbe meglio prevedere subito dei correttivi in fase di conversione, altrimenti si rischia ancora di agevolare chi finora se l'è presa comoda e di finire i lavori non ha mai avuto fretta». Il testo del decreto prevede poi un contributo a favore dei condòmini a basso reddito (non superiore a 15.000 euro), per aiutarli a sostenere parte delle spese del 2024, dato che dal primo gennaio il superbonus scende al 70%. Ma solo su quei cantieri dove, al 31 dicembre 2023, si era già raggiunto almeno il 60% dei Sal previsti. «Anche questa misura risolve pochissimo - come precisa Dall'Aglio - perché non vengono stanziate nuove risorse, quelle previste vengono ripescate dal precedente fondo creato già l'anno scorso dal decreto "aiuti quater" proprio in favore delle famiglie indigenti alle prese con i lavori del Superbonus.

Iniziativa questa che, come previsto, si è rivelata un flop, essendo avanzati ben 16 milioni di euro su 20 complessivamente messi a disposizione già all'epoca».

I PROBLEMI

«Se dai proclami degli ultimi tempi si poteva intuire uno "stop" governativo rispetto ad ogni ipotesi di proroga del Superbonus, ciò che lascia basiti è la stretta sul bonus "barriere architettoniche", ossia la detrazione fiscale del 75% sui lavori volti ad eliminare le barriere architettoniche dagli edifici, è soprattutto la motivazione riportata dal Governo, ossia, quella di "evitare comportamenti opportunistici. Il bonus è stato molto sfruttato, sia per la percentuale elevata di agevolazione, sia perché, per esso, era consentito lo sconto in fattura o la cessione del credito fiscale nascente. Il decreto "salva spese", invece, a partire dal 30 dicembre 2023, limita la possibilità di sfruttare questa detrazione concedendola solo per scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici - puntualizza - ciò che rattrista è come questo provvedimento rappresenti una marcia indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità sociale che ormai sono imprescindibili». 

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