L'ultima foto prima di morire:
«Tranquilli vado piano, ho Gaia»

Domenica 14 Agosto 2016 di Lucio Piva
L'utima foto Luca Dainese e la figlia
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SAONARA - Il pollice alzato per rassicurare gli amici mentre fa rombare la sua Harley Davidson gialla. Seduta dietro di lui la figlia. Nei visi di entrambi, il sorriso delle grandi occasioni dopo una serata condivisa con tanta gente e tanti amici. Si sono lasciati così l'altra notte Luca Dainese, il florovivaista rimasto ucciso in sella alla sua moto, e gli amici del gruppo di volontari della Sagra dell'Assunta.
La tragedia, è avvenuta pochi minuti dopo, lungo la vicina via Vittorio Emanuele. Luca aveva voluto solo prolungare la strada verso casa, per concedere alla piccola Gaia Sophie l'ultima emozione di quella serata, trascorsa da entrambi a fare volontariato nello stand parrocchiale.
I componenti del gruppo sono ritornati ieri mattina alla spicciolata agli stand vuoti. Stravolti dal dolore. Non riuscivano ancora a credere che fosse successo. Nemmeno quando il parroco, don Francesco Monetti, ha affidato al campanile un rintocco funebre, per tutto il paese.
«Abbiamo cenato insieme - ricordano i compagni - e Luca, come al solito era quello che scherzava di più. Faceva fare al gruppo il pieno di allegria. Guardava con ammirazione la sua Gaia, che quest'anno ha esordito nel servizio agli stand. Ci teneva che fosse attiva in parrocchia e si desse da fare.».
Verso le 2.30 la partenza alla volta di casa. Luca aveva chiesto agli amici di accompagnarlo alla moto. Ha fatto vedere le scintille che uscivano dal tubo di scarico della Harley ad ogni accelerazione, una moto che comunque usava di rado e con prudenza. Una festa, per Gaia, seduta dietro. L'ultimo saluto è stato per Rossano Sanavia, uno dei responsabili dello stand, che Luca aveva concorso a mettere in piedi arredandolo con le piante della sua azienda.
«Se ci sono dei problemi - gli ha raccomandato - chiamami anche di notte. Sai che per me sei un fratello». Un sorriso. Il pollice di Luca alzato, il cenno con la mano di Gaia e la moto che sparisce nel buio.
«Mentre stavo per chiudere lo stand - racconta Rossano Sanavia - ho sentito l'urlo delle sirene sulla Statale dei Vivai. Mi sono detto che non poteva essere Luca. Per me, per noi, a quell'ora doveva essere già a casa».
Aveva invece promesso alla sua piccola un piccolo giro in sella alla "Harley". Mentendo affettuosamente agli amici.
«Vai piano» gli aveva raccomandato Rossano, dopo aver visto quel pollice alzato. Luca l'aveva guardato stupito: «Ho Gaia in sella - ha risposto - Come faccio a metterla pericolo?».

 

Ultimo aggiornamento: 20:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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