Esondazione del Muson, il dramma di Rustega. Matteo, 20 anni: «Mi sono svegliato, ho chiamato i miei amici e ho detto 'Ragazzi andiamo ad aiutare'»

Sabato 18 Maggio 2024 di Serena De Salvador Luca Marin
Esondazione del Muson, il dramma di Rustega. Matteo, 20 anni: «Mi sono svegliato, ho chiamato i miei amici e ho detto 'Ragazzi andiamo ad aiutare'»

CAMPOSAMPIERO - «La prima cosa che ho pensato quando nella notte mi sono svegliato e ho capito cosa stava succedendo è stata "Cosa posso fare per dare una mano?"». Matteo è un ventenne di Rustega e vive in una delle zone più colpite dall'esondazione del Muson. Andare al lavoro ieri era impossibile: l'auto era bloccata perché in cortile l'acqua era alta quasi un metro. Come a casa sua, anche in quelle di tantissimi compaesani: famiglie, anziani, ragazzi. E allora ecco partire il tam tam: «Ragazzi, andiamo ad aiutare».

Stivali di gomma e tuta, Matteo, Marco e Filippo partono per dare una mano a distribuire i sacchi di sabbia. A loro si aggiungono poi Claudio e Fabio.

L'IMPEGNO

Hanno dai 20 ai 38 anni, sono zuppi ancor prima di raggiungere la strada, ma lavoreranno senza sosta fino al pomeriggio tra via Molino Nuovo, via Rinaldi, via Zingarelle: le zone più colpite, dove le strade sono diventate torrenti impetuosi mano a mano che la rotta riversava acqua in tutto il sud del paese, fino a Massanzago. Arriva il camion con i sacchi, si mettono i bancali sul trattore, si comincia a girare per le case. Dove c'è bisogno, si aiuta. «Cos'altro potevamo fare? Non ce la ricordiamo nemmeno un'altra esondazione simile spiegano . Nelle nostre case e in quelle dei parenti l'acqua è arrivata fino a un metro. Uscire in auto era impossibile. I danni? Chi lo sa, meglio non pensarci per oggi. Qui ci si conosce tutti, è naturale darsi una mano, c'è chi ha la casa sommersa». Il primo carico finisce già in zona Genesin, a poche decine di metri dalla rotta. Poi tappa davanti alla chiesa e via con il secondo giro verso Massanzago. Ma in via Zingarelle a mezzogiorno la scena è ancora terrificante. L'acqua in strada supera i 40 centimetri, la carreggiata non si distingue dai campi. Un'auto è per metà inabissata. I residenti, scopa in mano e sguardo rassegnato, ringraziano i ragazzi per i sacchi di sabbia: «Servirà a poco ormai, ma per fortuna siete venuti» si lascia andare un padre. Al figlioletto l'acqua arriva al bacino, ma è voluto anche lui uscire a dare una mano.
E l'invito ad aiutare a riempire i sacchi di sabbia ieri mattina era arrivato anche dalla sindaca Katia Maccarrone.

LE VOCI

Dopo l'alluvione del 12 ottobre 1998 e quella del 2010, è stata un'altra notte da incubo per il Camposampierese. A metà mattina i vigili del fuoco avevano già prestato una cinquantina di interventi, portando in salvo chi non riusciva a uscire da casa. Alcuni anziani hanno avuto attacchi di panico e sono stati trasportati al pronto soccorso. Qualcuno è stato evacuato con i canotti dei sommozzatori. Nessun ferito fortunatamente, solo due anziane cadute per lo spavento e il suolo viscido. La conta dei danni inizierà oggi, ma sarà pesantissima. Sommerse anche molte aziende, come Beltrame, Beautifull della famiglia Visentin, le due Vedovato (una che alleva conigli, tutti salvi perché in gabbie rialzate, e l'altra che produce borsette di nylon) e il magazzino del Gruppone.
L'acqua che per tutta la giornata di ieri ha corso ininterrottamente dalla falla che si è creata a Camposampiero, a pochi metri dal ponte che unisce via Cà Baldu e via Guizze Basse, verso i campi di Rustega ha raggiunto anche il territorio di Massanzago, prima che l'onda di piena passasse nel Veneziano. I residenti non possono utilizzare l'acqua potabile e l'energia elettrica. In via De Gaspari una mamma e i suoi due bambini piccoli sono stati evacuati e salvati a bordo di un gommone dei salvatori acquatici alluvionali.
Non è mancata qualche polemica tra i residenti delle vie allagate costretti a scendere in strada. «Almeno fossimo stati allertati per tempo avremmo potuto salvare qualcosa raccontano sconvolti . Invece stamattina quando ci siamo alzati dal letto abbiamo appoggiato i piedi nell'acqua. Un incubo. Quando abbiamo capito il disastro ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo aiutato i nostri familiari e le persone con più difficoltà motorie a mettersi in salvo. Avevamo sorvegliato fino a tarda sera l'evolversi del corso del Muson e nulla faceva presagire il peggioramento della situazione che ha portato all'esondazione. Siamo davvero esasperati e scioccati». A Camposampiero il Muson dei Sassi e il Muson Vecchio s intersecano: la rotta è avvenuta sul Muson dei Sassi all'altezza del ponte di via Guizze Basse, mentre il Vecchio ha poi avuto delle tracimazioni appunto all'altezza di Rustega. Tra i tanti cittadini che si sono mobilitati, un pulmino dell'associazione "Fiori di cactus" ha aiutato dei bambini disabili a evacuare dalla loro abitazione.

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