PADOVA - Una vicenda delicata e un’indagine meticolosa durata per diversi mesi. Ieri mattina il gip lagunare Roberta Marchiori ha stabilito una pena finale di cinque mesi ad un prete padovano che era stato accusato dalla Procura per la detenzione di materiale pedopornografico nel computer. Il processo si è tenuto a Venezia perché il capoluogo regionale ha la competenza territoriale sui reati di questa natura, collegati all’informatica. Quella di ieri mattina era l’ennesima udienza nella quale il gip Marchiori era chiamato a verificare l’impianto accusatorio della Procura lagunare in merito all’accertamento di alcune delicate immagini che riguardavano minori rinvenute nella disponibilità del sacerdote. E proprio per il tipo di vicenda sono stati necessari diversi accertamenti e verifiche, anche dal punto di vista tecnico.
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