Crisi, calano le offerte: i parroci
chiudono i termosifoni in chiesa

Domenica 23 Febbraio 2014 di Isabella Scalabrin
Crisi, calano le offerte: i parroci chiudono i termosifoni in chiesa
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PADOVA - Sacerdoti costretti a contingentare il riscaldamento nelle aule dei patronati, a ridurre i costi di gestione delle strutture parrocchiali, a pianificare con più difficoltà le spese per restauri e ristrutturazioni delle chiese.

Sono alcune conseguenze della crisi economica, che fa sentire i suoi effetti anche nel calo di offerte e donazioni da parte dei fedeli alle parrocchie.

Don Renzo Rizzato, parroco di San Marco a Ponte di Brenta, segnala «una diminuzione vistosa, pari al 20% dallo scorso anno, e in continua flessione» delle elargizioni e della carità in occasione delle messe. «Per una parrocchia indebitata come la nostra, il momento attuale è gravoso- osserva il sacerdote - ma ci rendiamo conto che le famiglie sono in difficoltà, e non chiediamo più di quanto già danno».

«Anche quando si va a benedire le abitazioni si riscontra che le famiglie fanno più fatica a concedere offerte» rileva il parroco di Sant'Antonino all'Arcella, padre Fernando Spimpolo. I parroci di Cave, don Alberico Alfonsi, e di SS. Pietro e Paolo a Voltabarozzo, don Pierangelo Valente, non esitano ad ammettere che quest'anno, per far fronte all'assottigliamento delle entrate, risparmiano sul riscaldamento dei locali di patronato, accendendo i termosifoni solo nei momenti di effettiva necessità.

La riduzione dei contributi dei fedeli «pari a circa il 10%» alla parrocchia di Sacra Famiglia, induce don Massimo Facchin a considerare che «questo qualcosa di meno a disposizione pesa soprattutto in caso di spese straordinarie di manutenzione degli ambienti, che per chiese e patronati risultano molto onerosi».

La crisi colpisce anche il santuario di Padre Leopoldo, a Santa Croce: «Indubbiamente è diminuita la possibilità di donare da parte dei pellegrini - dice il superiore, padre Flaviano Gusella - ed è preoccupante la situazione di bisogno di molti che faticano ad arrivare a fine mese».

Nel cuore del centro storico, anche il parroco del Duomo, monsignor Pietro Lievore, riferisce che «settimanalmente si vede una riduzione delle offerte». Fenomeno che però il sacerdote attribuisce «anche a una diminuzione di partecipazione alle messe».

A fronte della contrazione dei contributi in denaro, tutti i sacerdoti sono tuttavia concordi nel testimoniare che rimane costante da parte dei padovani la generosità e disponibilità a consegnare alimenti e vestiario alle Caritas parrocchiali.

«Si nota parecchio il calo di offerte di denaro in chiesa e nelle messe, ma rimane invariato il conferimento di generi alimentari alla Caritas», afferma il parroco di Natività Beata Vergine Maria alla Mandria, don Daniele Hudorovich. Con quello che raccolgono in denaro e con le offerte alla Caritas, le parrocchie cercano comunque di aiutare chi ha bisogno, anche se sempre più famiglie bussano alla porta delle chiese ed è difficile soddisfare tutti.

Non mancano casi di comunità parrocchiali che dichiarano di non risentire della crisi, e di continuare a ricevere dai fedeli un supporto costante. Come Ognissanti-Immacolata in centro, Spirito Santo a Forcellini, San Salvatore a Camin, SS. Fabiano e Sebastiano a Brusegana, San Carlo all'Arcella, i cui parroci assicurano di non notare vistosi cali nelle carità.

Fra questi anche don Luigi Bortignon di Santi Angeli Custodi alla Guizza, Bassanello e Santa Teresa: «Le persone continuano a credere nell'istituzione chiesa e a investire in essa - conclude - dimostrando maturità sul piano della fede, solidarietà e condivisione».
Ultimo aggiornamento: 20:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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