Alpinista padovana con un piede congelato in Patagonia, salvata dalla telemedicina

Giovedì 5 Gennaio 2017
Alpinista padovana con un piede congelato in Patagonia, salvata dalla telemedicina
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PADOVA - Salvata con un  consulto degli specialisti che  hanno studiato il caso grazie alla telemedicina e intuito che il suo piede sinistro, esposto per tre giorni al gelo del monte Fitz Roy, in Patagonia, aveva subito un congelamento di terzo grado: così una giovane  alpinista padovana di 26 anni è stata subito rimpatriata con un volo Buenos Aires-Milano e quindi ricoverata nel reparto di chirurgia vascolare dell'ospedale Parini di Aosta. Ora  proseguirà le terapie per la rivascolarizzazione dell'arto.

«Per i congelamenti di terzo e quarto grado vi è un elevato rischio di amputazione se non si interviene rapidamente con le terapie ospedaliere più idonee», sottolinea il dottor Guido Giardini, neurologo e responsabile del Centro di medicina di montagna. Insieme al collega Davide Piccolo, chirurgo vascolare ed esperto in congelamenti, ha fornito il consulto chiesto da alcuni colleghi in Veneto, ai quali l'alpinista, dalla Patagonia, aveva inviato delle fotografie dell'arto congelato. A causa delle pessime condizioni meteo, subito dopo Natale, il gruppo della giovane era rimasto esposto al gelo nel tentativo di scalare una difficile via.

La donna aveva  manifestato insensibilità ai piedi e quando era riuscita a togliersi gli scarponi si era accorta che alcune dita erano diventate scure: il 31 dicembre, con l'aiuto dell'assicurazione, ha preso un aereo per l'Italia.

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Ultimo aggiornamento: 21:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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