Scontri al corteo, no Global spina nel fianco per la giunta padovana

Mercoledì 19 Luglio 2017 di Nicoletta Cozza e Alberto Rodighiero
Scontri al corteo, no Global spina nel fianco per la giunta padovana
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PADOVA - Una serata di ordinaria follia, che ha fatto ritornare la città indietro di quarant’anni, quando gli scontri tra estremisti e forze dell’ordine erano consuetudine. Uno scenario analogo, con tanto di lacrimogeni, cariche e feriti, infatti, si è riproposto lunedì sera in centro a Padova, quando gli attivisti del Centro Sociale Pedro, di Adl cobas, Razzismo Stop e Rifondazione Comunista si sono dati appuntamento in Piazza Insurrezione per protestare contro la concomitante iniziativa di Forza Nuova che manifestava davanti alla Prefettura la sua contrarietà allo ius soli. In teoria, si sarebbe dovuto trattare di due “sit in” statici, ma in pratica le due fazioni sono quasi venute a contatto. E solo il fitto cordone di polizia ha evitato il peggio. Il bilancio, però, è comunque pesante: due no global arrestati e cinque poliziotti feriti. E poi un maxi sequestro di bombe carta e scudi in plexiglass, rinforzati da bordi di metallo, a dimostrare che l’attacco degli estremisti pedrini era premeditato.
 

 


Altrettanto pesanti le conseguenze politiche della guerriglia urbana, perché alla manifestazione, ma non agli scontri, erano presenti anche due consiglieri comunali di maggioranza, cioè Daniela Ruffini e Stefano Ferro, entrambi di Coalizione Civica. Nonostante il giorno successivo il sindaco Sergio Giordani e il suo vice Arturo Lorenzoni abbiano fermamente condannato ogni forma di violenza, e dato la loro solidarietà alle forze dell’ordine, a scatenare la bagarre è stato ieri un post su facebook della stessa Ruffini, che non ha esitato a scrivere: «Quello che è accaduto è il risultato delle scelte della Questura che ha permesso che i fascisti sfilassero in corteo. Resta il fatto grave che sono stati arrestati due compagni che verranno processati per direttissima». Una presa di posizione quella del consigliere arancione che peraltro più di tanto non stupisce: in passato assessore alla casa durante la giunta guidata da Flavio Zanonato, con cui però era entrata in rotta di collisione più volte, negli anni, militando nelle file di Rifondazione comunista, è diventata uno dei simboli della sinistra radicale padovana, impegnandosi su vari fronti, in primis sulla questione del “bronx” di via Anelli. In particolare al momento dello sgombero delle palazzine aveva sistemato gli immigrati che vi abitavano in alloggi di edilizia pubblica, suscitando le proteste dei residenti, di coloro che erano in graduatoria e che si sono visti “scavalcare” dagli stranieri.

L’ultima iniziativa della Ruffini, comunque, non è piaciuta nè a Giordani, nè a Lorenzoni, ma nemmeno alle civiche che hanno sostenuto il vice sindaco: entrambe, infatti, ieri in altrettante note, hanno condannato gli episodi di violenza. In particolare la Lista Lorenzoni sindaco ha avuto parole più nette nel prendere le distanze: «Il nostro gruppo - ha sottolineato - esprime vicinanza agli agenti feriti e depreca il principio secondo cui a una provocazione è lecito rispondere infrangendo le regole». L’argomento ha fatto salire sulle barricate l’opposizione capeggiata dall’ex sindaco Massimo Bitonci, il quale si riserva di presentare un esposto contro Giordani, sostenendo che l’attuale primo cittadino «succube della Ruffini, avrebbe sottovalutato le informazioni avute nei giorni precedenti alla manifestazione dagli stessi militanti del Pedro».

La questione è arrivata pure alla Camera: l’onorevole Alessandro Naccarato ha annunciato un’interrogazione parlamentare sui fatti di Padova, mentre la collega Lorena Milanato ha stigmatizzaro «il comportanmento dell’amministrazione nei confronti delle forze dell’ordine».

Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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