Maxi scavo, paura in via Zabarella
Fondamenta dei palazzi a rischio

Mercoledì 30 Marzo 2016 di Mauro Giacon
Maxi scavo, paura in via Zabarella Fondamenta dei palazzi a rischio
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PADOVA - È un intervento da far impallidire. Per complessità, rischio, investimento. Obiettivo far rivivere l’ex chiesa di S. Bernardino, meglio nota come ex sede della Intendenza di Finanza, quasi 7mila metri quadrati fra via Zabarella e via S. Biagio.

Del convento, demolito in epoca napoleonica, oggi resta traccia solo nell’elegante portale lombardesco. Gli uffici invece se ne sono andati da decenni, ma rimane il palazzo. Imponente, appetibile per una ristrutturazione edilizia da ricavare tutto intorno al chiostro centrale. Lo Stato lo ha messo in vendita e lo ha comprato "Beni Stabili spa", gruppo immobiliare italo-francese che fa capo a Leonardo Del Vecchio, patròn di Luxottica.

La società ha presentato al Comune un piano di ristrutturazione per ricavare 65 appartamenti di lusso e 137 posti auto, allungandosi tre piani sotto terra. Operazione mai tentata in centro storico. Un investimento che alla fine dovrebbe dare una redditività compresa fra i 35 e i 40 milioni di euro calcolando il valore di appartamenti e garages.
Ha avuto una lunga gestazione, conclusa ad aprile del 2014, poco prima che la Giunta Zanonato-Rossi andasse alle elezioni, con la convenzione fra il Comune e i privati. Che prevede un cambio di destinazione d’uso, da servizi a residenziale. I tecnici comunali prima di dare il via ai permessi hanno voluto studiare il caso. Lo hanno fatto fino a martedì 15 marzo, quando i proprietari hanno avuto la concessione edilizia.

Ma nessuno ha fatto i conti con i residenti. Per anni sembrava tutto fermo ma ora che i cantieri si avvicinano i cento condòmini che affiancano il palazzo sono spaventati. Il pericolo è che lo scavo, che raggiungerà gli 11 metri per i garages, comprometta la stabilità delle fondamenta degli stabili vicini, vista la presenza di una falda acquifera. Interromperne il percorso o cambiare la pressione dell’acqua sotto il terreno o rischiare di dover pompare acqua in continuazione dal sottosuolo se non fosse garantita l’impermeabilizzazione dei garages, potrebbe compromettere l’equilibrio degli strati di terreno sotto le fondamenta dei palazzi confinanti. Si può andare dalla semplice crepa all’inclinazione. Come accadde in via 4 Novembre, alcuni anni fa quando si dovette evacuare.
È evidente che oltre alla sicurezza c’è un problema economico. Quelli confinanti sono appartamenti che non valgono meno di 500mila euro l’uno ma si arriva a 900mila. Il deprezzamento sarebbe enorme. Senza parlare dei negozi.

Per questo i residenti sono in allarme e in questi giorni sta partendo il primo programma di verifica. Periti nominati dagli amministratori e dagli investitori redigeranno lo stato di fatto degli appartamenti. Il verbale sarò controfirmato da un notaio. Poi gli amministratori dei cinque condomini vicini indiranno un’assemblea per decidere una politica comune. Che deve riguardare anche la vivibilità. Sbancare 2.200 metri quadrati secondo i primi calcoli significa portare via 26mila metri cubi che equivalgono a 2600 camion con 10 metri cubi di terra ciascuno. Tutti a percorrere via Alessi e via S. Biagio... L’idea è che si parta prima con la ristrutturazione dell’edificio, ovvero entro l’anno. E poi con i garages, nella primavera del 2017. Prima conseguenza, gli 85 posti auto a fianco della biblioteca universitaria finora concessi al pubblico saranno chiusi.
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