Fine dell'era Bitonci a Padova: sindaco
sfiduciato, si dimettono 17 consiglieri

Sabato 12 Novembre 2016
Massimo Bitonci
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PADOVA - Massimo Bitonci ha visto la sua giunta d centrodestra  sgretolarsi nella notte fra venerdì e sabato: 17 atti di dimissioni sottoscritte da altrettanti consiglieri e presentate al notaio lo portano alla sfiducia. Adesso toccherà al Commissario decidere delle sorti della città fino alle prossime elezioni in primavera del 2017.
 


Matteo Salvini, Nicolò Ghedini ed Elisabetta Gardini erano intervenuti per Massimo Bitonci ieri in extremis: «Se davvero due consiglieri di Forza Italia pensano di mandare a casa il sindaco vuol dire schierarsi contro tutta la Lega e mettere in discussione le alleanze a ogni livello.  La Lega è orgogliosa di come Massimo e la sua squadra hanno ripulito e rianimato Padova, e siamo solo all'inizio!», aveva assicurato il leader leghista. Sembrava che l'allarme fosse temporaneamente rientrato ma poi nella notte  la situazione è precipitata ed è così finita l'era Bitonci a neppure metà mandato da sindaco.

L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il caso Saia: l'insofferenza dell'assessore alla Sicurezza, Maurizio Saia, in lotta aperta col comandante della polizia locale e un nutrito gruppo di consiglieri (anche di maggioranza), il contuinuo tira e molla suelle sue dimissioni, ha logorato quello che restava dell'appoggio a Bitonci. Ieri la situazione a Palazzo Moroni era tesissima, eppure, ancora nel pomeriggio Bitonci ostentava tranquillità: «Tra l’assessore Saia e il comandante Paolocci ci sono alcune normali incomprensioni, chiamiamole pure "scazzi", come potrebbero esserci tra il sottoscritto o qualche altro assessore e un dirigente. A mio parere però – spiegava Bitonci – si tratta di divergenze che sono tranquillamente ricomponibili. Ed è proprio quello che cercherò di fare nelle prossime ore».

Nulla di fatto, ieri sera intorno alle 23 nello studio di un notaio in via Santa Lucia si è consumato l'ultimo atto della giunta. Ma anche questa ipotesi era stata già presa in considerazione ieri dall'ormai ex sindaco di Padova: «Se per una congiura di palazzo non avrò più i numeri in consiglio comunale - scandiva ieri Bitonci -, mi ricandiderò sindaco perché so che la maggior parte dei padovani è ancora con me».

IL DAY AFTER «La considero una congiura di palazzo per alcune parti e anche una spinta politica dovuta anche alla manifestazione di oggi, per la visibilità di una manifestazione così importante.
Forse si voleva dare un segnale...». Lo ha detto Bitonci oggi a Firenze alla manifestazione della Lega parlando della crisi nel suo comune. «Sia a livello nazionale sia locale è chiaro a tutti che ci sono due Forze Italia - ha osservato il sindaco - così è a Padova, così è da altre parti. Quindi il tema è andare d'accordo con la Forza Italia che vuole stare all'opposizione di Renzi. Invece, i traditori che vogliono supportare questo governo e magari il sì al referendum vanno mandati a casa».

Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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