La primavera porta i capolavori di Monet: 50 tra le più famose opere dell'Impressionismo a Padova

La mostra al centro San Gaetano

Domenica 5 Novembre 2023 di Nicoletta Cozza
Opera di Claude Monet in mostra a Padova

PADOVA - Le ninfee, iconiche, celeberrime. Ma anche gli iris, i glicini e i tulipani. E poi i paesaggi londinesi e la natura ritratta così com'è, delicata e forte, sempre in evoluzione, per cui riprendere lo stesso soggetto non significa riprodurre il medesimo quadro. Con "l'atto della visione" che finisce sempre per diventare una sorta di decodificazione della realtà. Un percorso espositivo che alla fine sarà una sorta di riassunto dell'opera dell'autore. E inevitabilmente pure della sua vita, con i primi lavori realizzati quando aveva 16 anni e gli ultimi fatti prima di morire. Capolavori assoluti di incommensurabile bellezza che assieme agli altri della sua prodigiosa produzione gli hanno valso il titolo di "padre-fondatore dell'Impressionismo", tanto che il nome del movimento artistico è legato al suo dipinto intitolato appunto "Impressione, sole nascente" (1872).
Saranno proprio i quadri più rappresentativi di Claude Monet i protagonisti della mostra antologica che verrà inaugurata l'8 marzo al San Gaetano di Padova, dove approderà l'esposizione attualmente in corso a Madrid con oltre 50 opere, tutte provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi: la rassegna madrilena chiuderà il 25 febbraio e le tele arriveranno direttamente negli spazi patavini, dove rimarranno fino al 4 agosto. L'allestimento darà modo di ripercorrere la carriera artistica del Maestro impressionista attraverso i dipinti a cui lui stesso era più legato, quelli che non aveva mai voluto vendere e che conservò fino alla morte nella sua casa di Giverny. Ed è stato poi il figlio Michel nel 1966 a donarli al Museo parigino Marmottan che da allora porta pure il nome di Monet.
Questa per almeno 7/8 anni sarà l'ultima occasione per vederli in Italia in quanto il polo museale transalpino chiuderà per un intervento di ristrutturazione e non ci saranno altri prestiti.
A volere all'ombra del Santo la prestigiosa esposizione è stato l'assessore alla Cultura Andrea Colasio, con l'intento di offrire un'ulteriore opportunità ai turisti che, dopo il conferimento del sigillo Unesco all'itinerario trecentesco dell'Urbs Picta, stanno costantemente affollando Padova, con dati record riguardanti gli arrivi.

Peraltro a Madrid questa risulta la prima mostra per numero di visitatori da tanti anni a questa parte, con una media di 2mila 500 persone al giorno e code infinite ogni ora.

I PARTICOLARI
La rassegna, allestita in ordine cronologico, dai primissimi dipinti agli ultimi in modo da coprire l'intero arco della carriera, sarà suddivisa in 5 sezioni, una per sala: "La collezione del Museo", "La luce impressionista", "Il giardino di Giverny", "Le grandi decorazioni" e "Verso l'astrattismo".
Tra le opere figurano dipinti eccezionali come "Ritratto di Michel Monet con cappello a pompon" (1880), "Il treno nella neve. La locomotiva" (1875) e "Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi" (1905), oltre a quadri di grandi dimensioni come le famose "Ninfee" (1917-1920) e il "Glicine" (1919-1920). L'esposizione vede la partecipazione di Sylvie Carlier, curatrice generale e conservatrice del Musée Marmottan Monet, e delle co-curatrici Marianne Mathieu, storica dell'arte, e Aurélie Gavoille, assistente alla curatela sempre del museo franecese, in qualità di responsabili del progetto espositivo e della selezione delle opere.

LE MOTIVAZIONI
A illustrare i dettagli dell'iniziativa è stato lo stesso Colasio. «In questo momento la mostra è in corso nel prestigioso Palacio de Cibeles, sede principale del Comune di Madrid, dove sta riscuotendo enorme successo. Come unica data italiana sarà poi a Padova, e successivamente fino al 2028 in Italia non ci saranno altre esposizioni dedicate a Monet. Quella all'ombra del Santo, quindi, è l'ultima occasione per vedere i suoi capolavori. Da un'analisi di mercato risulta che nel Veneto e nelle regioni limitrofe non ci sono state monografiche dedicate al padre dell'Impressionismo ed è per questo che il gruppo Arthemisia scommette sulla nostra città ritenendola la sede adatta in quanto epicentrica rispetto all'intero nordest». «Avremo - ha aggiunto - 50 opere di Monet tutte di grandi dimensioni, e ce n'è addirittura una che misura 3 metri per 2, tra cui le celeberrime ninfee, nonché i quadri più importanti realizzati dall'artista, quelli da cui non ha mai voluto staccarsi e che ha custodito gelosamente nell'abitazione di Giverny. Dopo che il figlio li ha donati al Museo Marmottan, quest'ultimo è diventato il principale custode al mondo del patrimonio artistico di Monet. Anche la mostra patavina sarà curata dalla direzione del Museo stesso e l'offerta espositiva verrà arricchita da numerosi contenuti didattici, multimediali, immersivi e narrativi».

L'ESPERTA
«L'esposizione - ha osservato Iole Siena, presidente di Arthemisia che ha prodotto e organizzato la rassegna, in collaborazione con il Marmottan Paris - ripercorre tutte le fasi della vita di Monet. A Padova vedremo molte delle opere iconiche che ha realizzato, in una carrellata completa del lascito della famiglia al Museo parigino, il quale custodisce il patrimonio più vasto dei dipinti dell'artista e che lui considerava più rappresentativi del suo lavoro, dai quali non ha mai voluto separarsi. Abbiamo quindi uno spaccato di quanto ha prodotto, con i quadri a cui lui teneva di più e che considerava maggiormente significativi. C'è una dimensione particolare, intima, che il percorso espositivo evidenzia bene, dando la percezione di entrare nell'anima, nella mente e nella casa del padre dell'Impressionismo. E anche nel suo cuore».
 

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 15:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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