MONSELICE - Un passo fondamentale per la distribuzione elettrica che abbatte inquinamento e sprechi offrendo più sicurezza. Il trasformatore del futuro, che utilizza un liquido bio di nuova concezione al posto di olio minerale, è nato a Monselice, in provincia di Padova, nella storica fabbrica da quasi 250 addetti e 100 milioni di dollari di valore produzione fondata 70 anni fa dalla famiglia Scarpa, passata al colosso Abb e da un paio di anni finita a un'altra multinazionale, la Hitachi. La macchina che imbriglia l'elettricità ad alta tensione sviluppata con Enel Grid ora entra in funzione nella rete con la messa in opera nella cabina primaria di Caltagirone (Catania). E presto ne dovrebbero arrivare altre sempre made in Veneto.
Il gruppo energetico con un comunicato spiega che tra gli elementi più importanti del nuovo prodotto ci sono «riduzione degli sprechi, aumento della sicurezza dei lavoratori e radicale abbattimento delle emissioni». Si tratta del primo trasformatore alta tensione/media tensione con design ecologico a basse perdite, isolato con estere naturale, un olio vegetale totalmente biodegradabile, e con ridotto livello di emissioni di Co2. Ed è proprio l'estere ad essere l'ecoelisir di novità perché questo liquido ha caratteristiche di resistenza al fuoco estremamente migliori rispetto all'olio minerale, e offre importanti vantaggi anche dal punto di vista della prevenzione degli incendi. «La collaborazione con Enel si è intensificata negli ultimi tre anni e ha portato allo sviluppo di questo nuovo tipo di trasformatore, un'eccellenza a livello mondiale - spiega Matteo Scattolin, 46 anni, ingegnere nato a Noale (Venezia), direttore dello stabilimento padovano di Hitachi Energy - questo fluido biodegradabile derivato da olio vegetale che consente alla fine della vita della macchina un facile smaltimento perché non deriva dal petrolio e permette anche di abbattere decisamente le dispersioni elettriche.
PUNTO DI RIFERIMENTO
L'Hitachi di Monselice è un punto di riferimento nel settore energetico per la multinazionale giapponese da 370mila addetti che nel 2021 ha segnato ricavi consolidati pari a 10.264,6 miliardi di yen (84.136 milioni di dollari Usa, da sola Energy vale 10 miliardi). Nel luglio 2020 lo sbarco nel Padovano in un'alleanza che vede ancora oggi Abb al 19,9%. «Qui a Monselice abbiamo un centro ricerca specializzato anche nello sviluppo digitale applicato ai trasformatori - aggiunge orgoglioso Scattolin - remotizzare i segnali in digitale è un plus che rende il sistema più efficiente, garantisce la manutenzione al momento giusto e aiuta l'utilizzo delle energie rinnovabili». «Questo è un importante traguardo ingegneristico in linea con la strategia Net Zero di Enel verso l'obiettivo di reti carbon-free» spiega Enel Grid. La sfida è arrivare a emissioni zero entro il 2040. E anche i trasformatori devono fare la loro parte.