ALTA PADOVANA - Aumentano sensibilmente le vendite dei prodotti lattiero-caseari, ma chi fornisce la materia prima viene pagato al di sotto della soglia limite. Un paradosso, ma è la drammatica realtà, denunciata, dati alla mano, da Cia Padova.
I NUMERI E LE INCOGNITE I dati dei primi sei mesi dell'anno, forniti da Nielsen-Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, indicano: +13% di vendita del latte a lunga conservazione, +10,6% dei formaggi duri e +17,7% di quelli freschi. Ai produttori il latte viene pagato 0,39 centesimi al litro con un ristrettissimo margine di guadagno. A meno di tale quotazione il lavoro è in perdita. La media è di 0,38 centesimi al litro, ma, spiega l'imprenditore agricolo Angelo Pierobon, titolare dell'omonima società a Cittadella, «il prezzo è destinato a diminuire, dato che è incerta la tenuta del canale Horeca, il macro settore relativo all'ospitalità e alla ristorazione. Viviamo in uno stato di grande precarietà, siamo in grosse difficoltà economiche. In questo particolare contesto storico, con tutte le criticità riconducibili all'emergenza sanitaria - chiarisce - non siamo in grado di strappare nessun prezzo. Al contrario, dobbiamo subire delle decisioni che ci vengono calate dall'alto, rispetto alle quali non disponiamo di alcun potere contrattuale».
«O gli allevatori accettano quei prezzi al massimo ribasso, o vengono tagliati fuori dal mercato», evidenzia Cia Padova. In provincia la produzione media, annua, di latte è di 211.373 tonnellate. Padova vale l'1,83% della produzione nazionale. «Stiamo andando incontro ad un periodo pieno di incognite aggiunge Pierobon - Chi ha effettuato dei grossi investimenti rischia di chiudere in rosso il bilancio 2020». Fa paura il contratto siglato da Italatte (gruppo Lactalis) in Lombardia per il 2021. A fronte della fornitura dello stesso quantitativo di latte del 2020, il prezzo è stato fissato inderogabilmente a 0,35 centesimi al litro. Nel caso di eccedenze nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, novembre e dicembre, il prezzo verrà decurtato 0,06 centesimi al litro. «Ci auguriamo che l'intesa lombarda non diventi un riferimento nazionale. Cia chiederà nelle sedi opportune condizioni contrattuali trasparenti e corrispondenti, che non penalizzino i produttori - conclude Antonini -. Su tutto poi c'è una vera e propria beffa: il consumatore finale non risparmia nulla, è una speculazione». Michelangelo Cecchetto