Padova. Insulti razzisti durante la partita di basket Under 13: la proposta di un codice di comportamento per i tifosi

Alcuni tifosi ospiti avrebbero oltrepassato il limite offendendo il ragazzo-arbitro, ripetutamente ed anche con infamanti epiteti a sfondo razziale

Martedì 19 Marzo 2024 di Giovanni Pellecchia
Basket

PADOVA - A distanza di pochi mesi dalle minacce di morte a una giovane arbitra, il mondo del basket padovano giovanile torna ad interrogarsi sul comportamento incivile dei tifosi.

Che, in realtà, sono i genitori degli stessi ragazzi che dovrebbero essere i soli protagonisti, giocando e divertendosi in campo.

Cosa è successo

Domenica al PalaSavio di Mortise si disputa la gara del campionato Under 13 tra Pro Pace Crm e Olimpia Camposampiero. La partita, combattuta punto a punto, è vinta in volata dagli ospiti. Ad arbitrare un ragazzo di colore della società locale dove gioca nella categoria più grande (la Fip per gli under 13 non fornisce arbitraggi ufficiali), già apprezzato come "fischietto" (anche l'istruttore degli arbitri padovani gli ha chiesto di partecipare al corso di formazione). A detta dei genitori dei biancoverdi di casa, che su suggerimento della istruttrice Gaia Bianzale hanno poi presentato una lettera alla Fip, alcuni tifosi ospiti avrebbero oltrepassato il limite offendendo il ragazzo-arbitro, ripetutamente ed anche con infamanti epiteti a sfondo razziale. Il presidente della Fip provinciale, Flavio Camporese, ha voluto subito vederci più chiaro, convocando ieri sera nella sede del Comitato i due presidenti e le istruttrici delle due società. «Purtroppo è una questione molto delicata - ci ha detto prima dell'incontro - dato che in questo caso non c'è un arbitro ufficiale e le versioni delle due parti sono discordanti. Spero che ci possa essere un confronto franco e di arrivare, al di là dell'esposizione sui social, a qualcosa di propositivo per il bene del nostro sport».
«Non ero presente in palestra - ammette il presidente della Pro Pace Lamberto Morello - ma, a quanto mi riferiscono, se fossi stato lì avrei fatto sospendere la gara. Mi auguro arrivino almeno le scuse al ragazzo».
«Anch'io non c'ero, ma ho parlato con i miei istruttori e dirigenti - sottolinea il presidente dell'Olimpia Ermanno Basso - Se è successo qualcosa di sgradevole, ovviamente, mi dispiacerebbe. Ma mi dicono non è accaduto: anzi, i nostri tifosi avrebbero voluto complimentarsi con il giovane arbitro anche se, nel finale, si sono lamentati per i pochi fischi a favore».

«Lo sport è ben altro - osserva Gaia Bianzale, l'istruttrice contattata ieri in mattinata anche dal Questore di Padova - Per questo, quando i genitori mi hanno riferito l'accaduto, ho pensato che bisognasse fare qualcosa. Ho detto che avevo anche un altro fischietto, se qualcuno volesse arbitrare. Ma senza ottenere risposta. Bisogna fare qualcosa: non ho soluzioni, forse giocare a "porte chiuse" o meglio organizzare una partita-evento». Qualcosa di concreto, intanto, hanno presentato sabato mattina altre due società cittadine, Horus ed Us Arcella: un Codice di comportamento per il pubblico, che prevede "la sospensione della gara" e "l'allontanamento dagli spalti dei responsabili". 

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