PADOVA - Gelate tardive, nubifragi e grandinate registrate fra aprile e la metà di maggio, proprio nel clou della fioritura. Nei Colli Euganei, dove molti apicoltori di pianura sono soliti spostare le loro arnie a motivo di una maggiore presenza di acacie, quest'anno la produzione di miele va sotto addirittura dell'80% rispetto a quella (per la verità particolarmente favorevole) del 2020.
La segnalazione è di Cia Padova, in occasione della Giornata mondiale delle api, che si celebra oggi, 20 maggio, e di quella della biodiversità, che si ricorda il prossimo 22 maggio. «A metà primavera le temperature minime sono state abbondantemente sotto il valore limite dei 14 gradi - commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini - Tali temperature, assolutamente non in linea con le medie stagionali, hanno finito per privare i fiori del nettare necessario per l'impollinazione». A dare la batosta finale le piogge «stop&go», oltre alle grandinate, che non hanno appunto consentito una regolare fioritura. «La stagione è stata pessima in termini meteorologici, prevediamo una produzione scarsissima».
In tutto, sono oltre 1.000 gli apicoltori in provincia (7.000, complessivamente, in Veneto; 2.100 quelli professionali). Al fine di rilanciare il comparto la Commissione Europea - nell'ambito del Green Deal (misure per rendere più sostenibili e meno dannosi per l'ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei) - ha redatto un documento che prevede la riduzione del 50% dell'utilizzo dei pesticidi chimici entro il 2030.