Padova. Le donne che subiscono violenza sarebbero più inclini a sviluppare malattie gravi come il cancro: il progetto del Bo

Troppo pochi gli studi scientifici, ecco perché l'Università di Padova ha avviato il progetto WISH

Lunedì 18 Marzo 2024 di Redazione Web
Violenza

PADOVA - In Italia secondo i dati Istat quasi 7 milioni di donne hanno subito violenze fisiche e sessuali nell’arco della propria vita e 652.000 di esse sono state stuprate, reato commesso nel 62,7% dei casi dal partner. Oltre alle lesioni traumatiche inflitte dalla violenza fisica, la violenza da parte del partner (Intimate Partner Violence, IPV) può portare allo sviluppo di molte patologie, come; emicrania, dolore pelvico, disturbi d’ansia, depressione, insonnia, ulcera e malattie cardiovascolari; e può aumentare l'incidenza del cancro e di disturbi neurodegenerativi. «Nonostante i dati siano allarmanti, sono ancora troppo pochi gli studi scientifici sul tema – spiega il professor Nazareno Paolocci del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova -. Proprio per questo abbiamo scelto di avviare un’innovativa attività di ricerca medica con il progetto “Wish – Women Intimate Shelter” che ci permetterà di analizzare le conseguenze fisiopatologiche sul corpo della donna a seguito di comportamenti violenti del partner».

La ricerca

«Il nostro team si propone di indagare i meccanismi biologici in grado di spiegare l’aumento del rischio di sviluppare cancro e disturbi cardiovascolari, psichiatrici e neurologici a carico delle donne vittime di violenza – dice Jacopo Agrimi, del dipartimento di Scienze biomediche e coordinatore dello studio -. Non solo, vogliamo anche comprendere quale sia il tratto patologico comune che spieghi le malattie indotte da IPV in più parti del corpo, e testare nuovi trattamenti farmacologici specifici, basati su un approccio di genere e più efficaci sul lungo periodo». Con WISH l’Università di Padova dà il via a un progetto ambizioso che richiede un grande impegno anche economico. Per questo, insieme all’impegno dell’Ateneo, è fondamentale l’aiuto da parte di ciascuno, per fare sì che la ricerca proceda in maniera spedita e possa trasformarsi in cura, fornendo un aiuto concreto per milioni di donne in Italia e nel mondo. «Fare cultura sugli effetti biologici e molecolari della violenza contro le donne ci permette di analizzare questo atroce fenomeno da un altro punto di vista e creare così letteratura scientifica che possa permetterci di gestire meglio queste pazienti e gli effetti a lungo termine della violenza subita dal partner – spiega Gaya Spolverato, medico chirurgo e delegata alle politiche per le pari opportunità dell’Università di Padova -.

Il progetto WISH analizza le conseguenze fisiologiche e patologiche che le violenze subite da parte del partner hanno sul corpo della donna, fornendo dati scientifici in grado di caratterizzare gli effetti propri di 2 questo tipo di violenza, permettendo anche al personale sanitario di riconoscere determinati fenomeni e agire anche in termini di prevenzione.» Si può sostenere il Progetto di ricerca WISH e aiutare l’Università a combattere efficacemente la violenza contro le donne facendo una donazione che permetterà di rafforzare il gruppo di ricerca con il reclutamento di nuovi ricercatori e ricercatrici con competenze multidisciplinari e di sostenere le ingenti spese per l’acquisto di attrezzature innovative e reagenti per i test in laboratorio.

Ultimo aggiornamento: 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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