I commercianti del centro: «Negozi e bar, chiuse 1.400 attività. La ex Prandina? Un'occasione persa»

Giovedì 29 Febbraio 2024 di Alberto Rodighiero
La conferenza stampa dell'Associazione Commercianti del Centro

PADOVA - «Altro che bilancio positivo, in 2 anni a Padova sono scomparse più di 1.400 attività». Numeri della Camera di commercio alla mano, a sollevare il suo grido di dolore è stato, ieri mattina dai tavoli della sala verde del Pedrocchi, il presidente dell'Associazione commercianti del centro storico Massimiliano Pellizzari che, in questo modo, ha voluto rispondere ai dati diffusi la settimana scorsa dal Comune.


I DATI
Secondo Palazzo Moroni, infatti, nel biennio 2022-2023 tra aperture e chiusure, si sarebbe registrato un saldo positivo pari a 73 attività. I dati sono stati estratti dallo Sportello unico per le attività produttive del Comune, dove vengono gestite le nuove aperture e le cessazioni di attività tra cui il commercio al dettaglio in superfici di vendita inferiore ai 250mq, i pubblici esercizi come bar e ristoranti e gli artigiani nell'ambito dei servizi alla persona, ovvero acconciatori, estetisti e tatuatori. 


IL COMMENTO
«Purtroppo la realtà è ben diversa e decisamente più drammatica – ha esordito Pellizzari – Una realtà che non è il frutto della fantasia dell’Acc, ma che viene certificata dai dati che ci sono stati forniti dal Registro delle imprese della Camera di commercio». I numeri forniti dall’associazione di categoria legati appunto al 2022 e al 2023 tengono conto di quattro settori (commercio all'ingrosso, commercio al dettaglio, pubblici esercizi e agenzie immobiliari), settori che nel biennio in questione, hanno registrato 586 nuove aperture a fronte di 1.409 chiusure, con un saldo negativo di 823 unità. In virtù di tutto ciò si può affermare che, rispetto al 2021, a Padova oltre 1.400 attività sono state costrette ad abbassare la serranda. A fronte di questo, poco più meno di 600 negozi o pubblici esercizi hanno deciso di accettare le sfide del mercato.
Per capire meglio queste dinamiche è interessante disgregare un po’ di dati.

Così facendo si scopre, per esempio, che nel 2022 per quel che riguarda i grossisti le nuove aperture sono state 84 a fronte di 296 chiusure (saldo -212), passando alle attività commerciali al dettaglio, ovvero i negozi, le iscrizioni in Camera di commercio sono state 105 e le cessazioni 270 (-165). 


PUBBLICI ESERCIZI
I pubblici esercizi hanno registrato, poi, 37 aperture e 146 serrande abbassate (-109). Passando invece alle agenzie immobiliari 57 sono state le aperture e 119 le chiusure (-62). E l’anno scorso non è andata meglio. Per quel che riguarda le attività all’ingrosso le nuove aperture sono state 88 a fronte di 194 chiusure (-106). Una performance del tutto simile si è registrata anche per i negozi: 107 iscrizioni a fronte di 193 chiusure (-86). Numeri fortemente negativi anche per quel che riguarda bar e ristoranti. In questo caso, infatti, le aperture sono state 39 e le chiusure 96 (-57). Passando , infine, alle agenzie immobiliari, 69 sono state le aperture e 101 le chiusure (-32).
«La situazione è drammatica e qualcuno sembra negare l’evidenza – ha concluso Pellizzari – ormai il centro ha perso il suo appeal e c’è sempre meno gente. A parte piazza Insurrezione, i parcheggi sono mezzi vuoti. Questa amministrazione ha puntato tutto sul tram ma non si rende conto che una parte dell’utenza non utilizzerà mai i mezzi pubblici per venire in centro e a fare shopping e a farne le spese sono i commercianti». «Il recupero della Prandina è stata una grande occasione persa – ha concluso – e chiediamo che si torni a parlare del park sotterraneo in piazza Insurrezione. Mi sono consultato anche con l’Ascom e anche loro concordano sulla necessità di organizzare gli Stati generali del commercio».


LA REPLICA
«I dati su cui si basa la nostra rilevazione e quelli dell’Acc non sono confrontabili perché i nostri si basano sulle comunicazioni di inizio e di cessazione di una determinata attività, mentre quelli della Camera di commercio riguardano anche altri aspetti legati alle partite Iva – ha commentato in serata l'assessore al Commercio Antonio Bressa – Detto questo, nessuno nega le difficoltà che stanno vivendo i commercianti e, proprio per questo, siamo sempre disponibili a collaborare con le associazioni di categoria». 
 

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