Avis lancia l'allarme: «I donatori ci sono, mancano i medici». Screening su ogni sacca per il West Nile

Il presidente provinciale Luca Marcon: «Forse sempre meno studenti scelgono di intraprendere questa strada perché apparentemente meno affascinante di altre»

Venerdì 12 Agosto 2022 di Elisa Fais
Mancano medici per le trasfusioni

PADOVA - «I donatori ci sono, ma mancano i medici». A lanciare l'allarme è il presidente provinciale Avis, Luca Marcon, alla guida anche del Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo.

Attualmente, tra Azienda ospedaliera e Ulss 6 Euganea, servirebbero una decina di camici bianchi in più per far funzionare a pieno regime i vari centri trasfusionali dislocati su tutto il territorio. La carenza di personale nell'organico, inoltre, nel prossimo triennio è destinata ad aggravarsi a causa del turnover. «Le attività di Medicina trasfusionale - afferma Marcon - rivestono un ruolo assolutamente strategico e insostituibile per il supporto dei più impegnativi e delicati percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici, da quelli di emergenza e urgenza, al trattamento delle emopatie, alla chirurgia di media e alta specialità e dei trapianti di organi oltre che alle attività cliniche e chirurgiche elettive. Molti bandi aperti da Azienda Zero per la ricerca di medici dirigenti nella disciplina di Medicina trasfusionale vanno semi-deserti. Si trova appena la metà dei candidati rispetto al numero di posti messi a disposizione. Nell'ottobre 2021 per 50 posti vacanti a livello regionale, sono stati assunti 25 medici, tra cui 15 ancora specializzandi».

La carenza

Secondo le stime di Avis, mancherebbero almeno tre dottori di Medicina trasfusionale in via Giustiniani e altri sei all'Euganea tra Camposampiero, Cittadella, Schiavonia e Piove di Sacco. «Il medico trasfusionista può prestare servizio con partita iva o essere di ruolo, in entrambi i casi deve seguire uno specifico corso di formazione. Sia a livello teorico che pratico. L'obiettivo è essere in grado di supportare il paziente lungo tutto l'iter di donazione. Il medico, in sostanza, visita ogni volta ciascun donatore per valutare lo stato di salute, misurare i parametri fondamentali e valutare lo storico». I dati evidenziano uno scenario in rapida evoluzione e configurano una carenza di medici significativa. «Forse sempre meno studenti scelgono di intraprendere questa strada perché apparentemente meno affascinante di altre - sottolinea Marcon - ma serve urgentemente un intervento per rendere attrattiva la professione del medico trasfusionista». Oltre ai dottori, mancano all'appello anche infermieri. «Notiamo uno scarso ricambio generazionale tra i sanitari, chi è rimasto a lavoro affronta carichi di lavoro pesanti», precisa Marcon.

Scarseggiano le scorte del gruppo 0

Il ruolo di Avis - ma anche di Fidas, Amici dell'Ospedale e Fratres - nel panorama sanità lo si evince dalla fotografia delle donazioni. Dal primo gennaio al 31 luglio 2022 gli iscritti hanno donato oltre 27 mila sacche di sangue intero, 2.430 di plasma e 1.500 di multicomponenti. Un risultato che si sovrappone a quello del 2021, registrato nello stesso periodo: 26 mila sacche di sangue intero, 3.020 di plasma e 1.389 di multicomponenti. «Sul totale la differenza è dello 0,22 per cento - precisa Marcon - praticamente nulla». Sono 26 mila i soci donatori Avis. Come spesso accade in estate, scarseggiano le scorte del gruppo 0. «C'è bisogno dello 0 Rh sia positivo che negativo - sottolinea Marcon - siamo preoccupati, venite a donare». In Italia si stima che il gruppo 0 positivo scorra nelle vene del 40% della popolazione e in un altro 36% il gruppo A positivo. Lo 0 negativo si ha solo nel 7% dei casi, e l'AB negativo sono nello 0,5% della popolazione. Il gruppo 0 Rh negativo è in assoluto il più raro ed è definito donatore universale. Il sangue di questo gruppo sanguigno, infatti, può essere donato a qualunque individuo. E intanto continua lo screening su ogni sacca di sangue per la ricerca del West Nile virus. «Ormai da dieci anni, da aprile a novembre, si fa uno specifico esame chiamato test Nat - conclude Marcon - finora abbiamo scovato meno di cinque casi asintomatici nel Padovano. Se accade, la sacca viene buttata. Per la popolazione in questo momento è un problema non da poco, ma sul fronte donazione non sta creando disservizi particolari».

Ultimo aggiornamento: 12:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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