«Rifiutata perché sono meridionale». Bufera sull'ente Parco Dolomiti

Sabato 3 Giugno 2017 di ​Alessia Trentin
Irma Visalli
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BELLUNO - Pd contro Lega. La nomina del presidente del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, senza una guida da circa due anni, si arena sulle beghe dei partiti. Il popolo del Carroccio che siede nelle stanze dei bottoni di Venezia dice no alla candidatura di Irma Visalli. «Non è la persona giusta spiega il consigliere e candidato sindaco Franco Gidoni -, lei è troppo Pd». Avendo la Regione il diritto di veto sulla proposta del Governo nazionale, il nodo continua a restare irrisolto. Che ci fosse qualche ostacolo sulla nomina i cittadini l'avevano capito ma ne hanno avuto la conferma mercoledì, nella serata di confronto tra i candidati organizzata a Bolzano Bellunese. Allora la patata bollente è stata messa sul piatto. Meglio dire lanciata, senza troppi giri di parole, da Gidoni. Ed è scoppiato il putiferio. Un po' come scoperchiare il vaso di Pandora. Il candidato ha dichiarato alle persone in sala, senza peli sulla lingua, di non volere l'esponente del Pd, già assessore provinciale dal 2005 al 2009, alla guida dell'ente. Interpretata dai più come una posizione estrema dei leghisti legata alle origini messinesi di Visalli, la dichiarazione ha subito suscitato un misto tra indignazione e stupore. La questione nei giorni seguenti si è gonfiata e ancora oggi dibattiti e critiche occupano le bacheche Facebook di chi, in città, si occupa di politica.

«Non mi vogliono perché non ho origini bellunesi spiega Visalli -, questa motivazione direi che non è nemmeno commentabile. Personalmente preferirei che la presidenza venisse affidata tramite bando, invece di questa nomina politica. Il Pd ha fatto il mio nome, ne sono felice ma quello che mi interessa prima di tutto è l'avvio di una discussione seria sugli obiettivi che, per noi, deve avere l'ente Parco. Solo dopo le forze politiche potranno proporre le loro eccellenze».
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