La Provincia frena, i referendari
insorgono: «Servi, vogliamo il Friuli»

Mercoledì 16 Marzo 2016 di Damiano Tormen
Residenti di Sappada protestano in Consiglio provinciale a Belluno
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SAPPADA - Un ordine del giorno contro il passaggio di Sappada in Friuli. È quello espresso ieri dal consiglio provinciale che chiede la permanenza del Comune sappadino in Veneto. Scatenando la protesta dei referendari: «Una decisione contro il volere popolare dettata da Roma», con riferimento al referendum del 2010. «Sono passati sei anni e il quadro istituzionale oggi è cambiato», la risposta della presidente Larese Filon. Eppure i sospetti dei sappadini decisi a passare alla regione autonoma Friuli Venezia Giulia sembrano tutti concreti. Infatti, a Roma la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama ha deciso di rinviare la trattazione del disegno di legge sull'addio di Sappada al Veneto. «Attraverso il referendum i cittadini di Sappada sono stati chiari, nel bene o nel male l'aula ha l'obbligo di discuterne, quanto accaduto oggi è gravissimo» è il commento del senatore leghista veneto, Paolo Tosato.
Sulla stessa linea è pero anche Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli-VG e vicesegretario dem. «Credo che debba essere rispettata la volontà dei cittadini, che sono stati molto chiari e si sono espressi liberamente. Sono tanti, tra l'altro i Comuni del Bellunese che hanno già fatto i referendum e si sono espressi nello stesso modo. A questo punto mi chiedo se non sia importante per me invitare l'intero Bellunese a congiungersi sotto la specialità del FVG per mettere insieme il patrimonio straordinario che abbiamo, la nostra montagna e i parchi delle Dolomiti, visto che parliamo di gente che ha lo stesso comune sentire».

 

Ultimo aggiornamento: 19:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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