Emergenza meningite a Belluno, appello dell'Ulss a seimila giovani: «Vaccinatevi»

Sabato 11 Novembre 2023 di Daniela De Donà
Il responsabile del dipartimento di prevenzione Sandro Cinquetti e il commissario dell'Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben

BELLUNO - Uno più, uno meno: a seimila ragazze e ragazzi della provincia di Belluno, nati tra il 1999 e il 2009 (ovvero il 30% di coloro che non sono ancora vaccinati), arriverà a giorni una lettera. È l’Ulss 1 Dolomiti che li invita alla prevenzione contro la meningite meningococcica causata dal batterio Neisseria meningitidis che rappresenta il 5% tra le malattie invasive batteriche a livello regionale. L’ evento che, anche emotivamente, sta facendo da spinta ad una campagna con offerta del nuovo vaccino Acwy riguarda il 17enne di Quero ricoverato a Feltre il 4 novembre con diagnosi “meningite”. Per evitare che ricapitino episodi simili Regione, e sulla scia Ulss 1 Dolomiti, rilancia anche l’offerta passiva, cioè quella senza lettera inviata a casa, del vaccino antimeningococcico del ceppo B dedicato ai nati tra il 1997 e il 2008: qui i coinvolti, sempre con vaccino gratuito, sono circa 22mila giovani bellunesi. 


LO STATO DELL’ARTE 
Da inizio anno in Veneto si sono registrati nove casi di meningite, legati a diverse cause, batteriche o virali. A livello profondo ha colpito tutti la morte della bambina di Padova, di appena cinque mesi, a causa di un batterio (Streptococcus pneumoniae) che ha portato all’infausto esito. A buon fine invece la vicenda del ragazzo ricoverato al Santa Maria del Prato: «È uscito dalla rianimazione, ora si trova nel reparto di Neurologia, è continuamente monitorato e pare proprio che non dovrebbero esserci reliquati di alcun genere - sono parole del direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben - è andata bene, il recupero è completo. Ma non diamo ancora sicurezze assolute». Ricadute, peraltro, un caso di meningite le porta ad ogni modo con sé a livello comunitario, come sottolineato dallo stesso Dal Ben: «La malattia ha risvolti che toccano tante persone oltre ai familiari, allargandosi a problema sociale con il coinvolgimento dei luoghi frequentati dal malato e con l’avvio delle misure di profilassi sui contatti».

In base ai dati portati dall’azienda sanitaria, il 10-20% di chi sopravvive alla meningite meningococcica (e il tasso di letalità è intorno all’8-15%) può avere come strascico disturbi all’orecchio, deficit cognitivi, epilessia. Niente di ciò per lo studente di Quero. Tanto che soddisfazione per l’esito del caso è stata espressa, ieri in poche parole, da Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione: «Ha lavorato il sistema immunitario del ragazzo, ma noi celebriamo un risultato della medicina». Per la cronaca: il siero responsabile è il non frequentissimo tipo Y. 


LA VACCINAZIONE 
Dal 2007 quando una epidemia di meningite batterica portò a ben 31 casi nel Veneto si è arrivati ai 14 casi del 2018, ai 12 del 2019, ai 9 del 2022: «Una tendenza alla diminuzione che è anche frutto della campagna vaccinale», commentano Dal Ben e Cinquetti. Campagna che la Regione sostiene, aggiornando il calendario vaccinale. Una novità è importante: la vaccinazione anti-MenB viene anticipata nei neonati a partire dal 76. giorno, con ciclo a tre mesi, a cinque mesi, a 13 mesi. 


LA MALATTIA 
I sintomi della meningite, di solito gravi e a rapida evoluzione, comprendono malessere generale, cefalea, fotofobia, irritabilità, vomito, rigidità nucale, ottundimento del sensorio. Ha un’incubazione in media di tre-quattro giorni. Dopo l’ingresso del batterio nelle prime vie aeree evolve verso la meningite o la sepsi. Ad essere colpiti più frequentemente sono i bambini tra i sei mesi e i tre anni, gli adolescenti e i giovani. Per chi fosse interessato alla vaccinazione “passiva” l’azienda sanitaria informa che al momento non è ancora attivata la prenotazione online, ma si può fare richiesta via mail a vaccinazioni.bl.aulss1.veneto.it o tramite call center allo 04375143

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