Marmolada contesa, il sindaco scopre una lettera nell'Archivio storico: «Le nevi erano bellunesi, non trentine»

Venerdì 15 Marzo 2024 di Dario Fontanive
Marmolada contesa, il sindaco scopre una lettera nell'Archivio storico: «Le nevi erano bellunesi, non trentine»

ROCCA PIETORE - È la questione della concessione del ghiacciaio “negata” per 20 anni e prorogata solo per 10 dalla Provincia di Trento alla società Marmolada srl (che gestisce la funivia di Rocca Pietore) a innescare lo sfogo del sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin.

Il primo cittadino rende pubblica una lettera, scoperta nell’archivio del Comune, firmata dal noto alpinista e ufficiale del Reale Esercito Italiano Arturo Andreoletti. La scrisse nel 1973, all’indomani dello scoppio della causa confinaria tra Veneto e Trentino sulla titolarità del ghiacciaio della Marmolada all’allora sindaco di Rocca Elio Daurù. 


L’ESPERTO
Una lettera nella quale Arturo Andreoletti, uno dei massimi esperti e conoscitori della Marmolada, volle scrivere per confermare come sia in tempo di pace che di guerra prima del 1915 le cartine geografiche in possesso a italiani e austriaci erano le stesse: ovvero con il confine di Stato che tagliava a metà il ghiacciaio della Marmolada. «Posso dire - scriveva Andreoletti - senza falsa modestia, che pochi conoscono in fondo la Marmolada come quanto chi scrive». E raccontando di essersi occupato di diverse guide sull’Agordino afferma: «Non ho mai avuto alcun dubbio che il confine tracciato sulla Marmolada (ghiacciaio) era quello da me descritto». Una testimonianza importante che Andrea De Bernardin ha voluto sottolineare mandando questa lettera che lo stesso sindaco di Rocca ha voluto mandare ai vertici militari e all’Ana. Una lettera scritta da una persona al di sopra delle parti e che vantava amicizie sia in Agordino che in val di Fassa e che quindi non aveva nessuna convenienza da propendere per una parte che per l’altra. Da quella mappa (mai cambiata), ad esempio, Pian dei Fiacconi (oggi comune trentino di Canazei) era bellunese. 


«USURPO»
Il sindaco di Rocca Andrea De Bernardin parla di «usurpo» e lo fa ancora una volta a distanza di 25 anni dalla sentenza del Consiglio di Stato, che sposava la tesi trentina sulla proprietà amministrativa del ghiacciaio della Marmolada. «Questa lettera di Andreoletti - spiega il sindaco De Bernardin - in sostanza cristallizza la situazione che io ho sempre sostenuto ogni qualvolta parlo di questo argomento con qualcuno. Ma è valsa di più la firma nel 1982 di un presidente come Sandro Pertini, che della storia della Marmolada conosceva poco o nulla, rispetto a due anni e mezzo di guerra, dove carte alla mano sia l’esercito Italiano che quello Austriaco, come ripete Andreoletti nella sua lettera, avevano le stesse mappe». E il confine era chiaro e disegnava tutta un’altra realtà rispetto a quella di oggi: «Carte con il confine di Stato che scendeva trasversalmente dal ghiacciaio separandolo in due parti. Quindi che dalla Punta Penia taglia trasversalmente il ghiacciaio fino al Passo Fedaia bellunese».


LA STORIA
Il sindaco Andrea De Bernardin racconta come erano nati questi confini. «Questa linea retta di confine, che va su obliqua - spiega -, è stata tracciata alla metà del 1700 quando l’allora l’imperatrice d’Austria Maria Teresa volle confinare tutto l’Impero e quindi anche la Marmolada che si trovava su un confine di Stato. Quindi alla metà del ‘700 lo sviluppo del ghiacciaio era al suo massimo venendosi a trovare in una estensione enorme che raggiungeva fino al Fedaia. La commissione bilaterale mista con i rappresentanti della Repubblica di Venezia e dell’Impero d’Austria di trovarono al passo Fedaia valutarono molto attentamente questa montagna, definendola “montagna perenni nevi condannata”. Giudicandola inaccessibile e decisero di tracciare questo confine in maniera trasversale». Un punto che, a quell’epoca quindi, non era certo appetibile per nessuno: non c’erano le battaglie per averlo. «Quel confine - prosegue De Bernardin - come cita anche la lettera di Andreoletti è rimasto inalterato fino alla prima guerra mondiale dove i due eserciti si sono combattuti tenendo sempre presente che quello era il confine di Stato. Che nessuno ha mai spostato fino alla fatidica firma del presidente Sandro Pertini che di fatto ha spostato quello che nemmeno i due eserciti erano riusciti a fare». Una sentenza e una situazione che continua a pensare in val Pettorina: il ghiacciaio oggi è una risorsa da cui dipende in gran parte anche la funivia della Marmolada. 

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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